martedì 22 settembre 2015

Non riesco a tacere e quindi vi dico sin d'ora: idioti.

Questo post è dedicato a quei portali d'informazione pokeristica (mi riferisco ai portali italiani, ovvio, dato che Campione d'Italia - come il nome suggerisce - non si trova nella Terra del Fuoco) che non sono presenti a Campione per le WSOP Circuit.
I motivi per cui non presenziano a un torneo WSOP in parte li conosco ma non è questo il tema del post (ne parleremo, tranquilli. Non mi sfugge nulla). E’ che mentre il vincitore del primo anello è in pratica uno sconosciuto ai più, il vincitore del secondo anello è un giocatore molto, molto conosciuto e non solo agli addetti ai lavori: Alessandro Minasi.

Orbene, a parecchie ore dal termine di questo evento, ancora nulla sulle quattro testate che si piccano d'essere sempre sul pezzo.
Posso capire una velata polemica verso gli organizzatori ma l'informazione, quella vera, non passa dal risentimento ma dal servizio che si offre agli utenti.
  • Ti rode il culo che non ti hanno invitato o non ti pagano? Può anche essere ma TU (testata, portale, forum chiamateli come volete) devi dare le notizie e non due giorni dopo.
  • Ti rode il culo perché Minasi non ti è simpatico? Può anche essere ma TU (testata, portale, forum chiamateli come volete) devi dare le notizie e non due giorni dopo.
  • Ti rode il culo perché chi è presente - secondo te - lavora male? Può anche essere ma TU (testata, portale, forum chiamateli come volete) devi dare le notizie e non due giorni dopo.

E può essere tutto e di più ma rimane il fatto, incontrovertibile, che TU stai facendo un lavoro indegno di chiamarsi così, non chi è presente. A prescindere da come comunque svolga o abbia deciso di svolgere il suo lavoro. Perché lui, seppur a spizzichi e bocconi, le notizie le riporta. La disinformazione è da sempre becera e arrogante, affannosamente intenta a mascherare l’inadeguatezza professionale di chi la pratica anziché suicidarsi per lasciare il posto al riportare le notizie con la giusta e talvolta faticosa obiettività.











lunedì 21 settembre 2015

Io ti troverò




L’antefatto:
Sono al Casinò di Campione per occuparmi del WSOP Circuit. Intervisto, scrivo, corro e riesco pure a giocare qualche torneo. Naturalmente passo là dentro uno sconsiderato numero di ore (mia moglie non commenta questa scelta, si è limitata a mettere una mia piccola foto sulla porta di casa con la scritta “wanted”) durante le quali devo anche nutrirmi e andare a fare pipì. 
Durante l’espletamento di quest’ultima funzione fisiologica mi sono trovato in una particolare situazione. Non vi dico quale, ve lo lascio dedurre dal commento a caldo che mi è sgorgato dal cuore e che ho trascritto immediatamente qui sotto prima di pentirmi per aver elaborato certi pensieri. 
A freddo ritengo di esser stato fin troppo “morbido”, certa gente andrebbe lobotomizzata e poi gettata in pasto ai coccodrilli. Perché neanche una delle sue cellule celebrali – di certo elargita a priori con una certa avventatezza - corra il rischio di rientrare in circolo e inquinare questo già abbastanza problematico pianeta.   

Il commento:
“Giuro che ti cercherò, ossissì che ti cercherò. 
E poi quando ti troverò ti taglierò quell'inutile pendaglio che hai fra le gambe e alle rimostranze di tua madre che piangerà per il figlio menomato, le spezzerò le gambe. Perché determinati comportamenti nascono da lontano e allora bisogna eliminare il male alla radice.
Si può sapere perché se pisci in piedi non alzi quella dannata tavoletta e per di più lasci tutta quella schifezza sulla tazza e in terra senza degnarti di tentare di rimediare almeno in parte? Quell'idiota di tua madre non ti ha insegnato nulla? Possibile che mai nessuno ti abbia preso a randellate per il tuo comportamento da cafone maleducato? 
Sei un essere inutile e schifoso, un insulto gratuito alla dignità umana. E a chiamarti stronzo si offende anche la merda che a modo suo una certa rispettabilità biologica ce l’ha pure.
Oh sì, ti troverò. Contaci.




giovedì 17 settembre 2015

Piccolo vademecum per chi viene a Campione per le WSOP Circuit

Quando Dio ebbe creato la Svizzera, chiese allo svizzero: "Che grazia vuoi?" 
Lo svizzero rispose senza alcuna esitazione: "Voglio del latte." e cosi' fu. 
Dopo molti giorni, Dio passò ancora per lo stesso posto. Domandò allo Svizzero: "E' almeno buono il latte?" "Il migliore del mondo." Rispose lo svizzero. "Assaggiatene un po'." 
Dio gusto' il latte. "Hai ragione: è veramente eccellente. Ora dimmi: vuoi qualche altra cosa?" "Si." Rispose lo svizzero dopo un attimo di riflessione, sorridendo: "Voglio quattro franchi per il latte che avete bevuto."




Avete deciso di giocare uno o più eventi delle prossime WSOP Circuit a Campione d’Italia e magari non siete mai stati in Svizzera: eccovi una miniguida su cosa è possibile fare ma, soprattutto, su cosa non fare.

Se venite in auto:
1) Per utilizzare le autostrade elvetiche necessitate della vignetta: un bollino annuale che si acquista in frontiera o presso i distributori o negli uffici postali. Costa 40 CHF e comprandolo ora potrete viaggiare sino a fine Gennaio 2016 senza null’altro spendere. Non fate i furbetti, se la polizia vi ferma non vale la scusa “non lo sapevo”. I poliziotti svizzeri non hanno il senso dell’umorismo e soprattutto non fanno sconti sulle multe.
2) Non fate carburante sulle autostrade: costa molto di più che sulle cantonali, cioè sulle strade normali. In Svizzera il gasolio costa più che in Italia e più della benzina.
3) Rispettate i limiti di velocità anche se vi sembra che nessuno lo faccia. Le multe qui sono decisamente salate e vanno pagate subito (se vi fermano ovvio) e, nel caso non possiate, potreste incorrere in amare sorprese come il fermo cautelativo del mezzo sino al pagamento della infrazione. Se poi circolate negli orari scolastici ricordatevi che – a maggior ragione – fermarsi per far passare i bambini sulle strisce è obbligatorio, anche se cominciano a attraversare dalla parte opposta. In ogni caso il pedone ha diritto di precedenza sempre.

Se arrivate in treno (Link):
  • I mezzi di trasporto svizzeri sono precisi e puntuali nonché tremendamente puliti. Costano un po’ di più di quel che pensate ma il servizio è ottimo. I biglietti li potete acquistare anche online e la ricevuta è già il biglietto valido. 
  • I trasporti con il postale – dal caratteristico colore giallo polenta - (i pullman italiani) sono molteplici e ovviamente in perfetto orario, vi portano ovunque e possono anche essere oggetto di gite interessanti (Link).
  • I taxi sono molto costosi: se proprio non potete farne a meno, perlomeno viaggerete quasi sempre su auto di gran prestigio.


In generale:
  • Il cambio Euro/Franco si attesta ora a circa 1.10
  • I negozi in genere e i supermercati chiudono piuttosto presto, fra le 18 e le 18,30, salvo il giovedì dove l’apertura per la grande distribuzione si allunga fino alle 21. Tutti, senza esclusione, sono chiusi di domenica.
  • In genere si accettano gli Euro ma il resto è rigorosamente in Franchi.
  • Se fumate portatevi le sigarette: qui costano molto di più (anche se c’è grande varietà di marca pure fra sigari e tabacco da pipa).
  • Se siete amanti del caffè, ricordatevi che qui non esiste il prezzo politico e il costo della tazzina varia tra i due e i tre franchi: se non chiedete “espressamente l’espresso” vi verrà servito lungo. 


lunedì 14 settembre 2015

Fidati di quella vocina nella tua testa che dice “Forse sarebbe più interessante se…”. E allora fallo.

Facciamo una piacevole simulazione: siete alle Wsop Circuit di Campione – 16/29 Settembre prossimi – e avete giocato molto oculatamente. La busta con le vostre chips è bella gonfia: bene, è giunto il momento di rilassarsi e di andare a vedere qualcosa che probabilmente non conoscete.
Nei dintorni della cittadina sul lago Ceresio ci sono moltissime attrattive e abbiamo scelto per voi alcuni luoghi particolari, dal futile allo storico.


Per cominciare andiamo a Mendrisio al FoxTown (link): un enorme outlet con oltre sessantasette negozi che spaziano dall'abbigliamento ai casalinghi passando per i giocattoli e i gioielli. Sette, fra ristoranti e bar, vi offrono piatti sfiziosi e variegati fra una passeggiata e l’altra su e giù per i quattro grandi piani dell’edificio.


Aperto tutti i giorni dalle 11 alle 19 (anche domenica, cosa che in Svizzera non succede mai), dotato di grande parcheggio sia interno sia esterno e servito anche da mezzi pubblici, il FoxTown è un ottimo posto dove trovare quel qualcosa che si cerca e non si è trovato. Sovente ci sono particolari offerte vantaggiose: per esempio i prossimi mercoledì (combinazione proprio quelli delle WSOPC) ci sono sconti aggiuntivi sui prodotti Adidas.

Andando per musei (link a tutti i musei presenti in Ticino), uno davvero particolare si trova sul Monte San Giorgio a Meride. Il Monte San Giorgio è situato ai piedi delle Alpi Meridionali, a cavallo tra il Canton Ticino e le aree dei monti Pravello e Orsa nel Varesotto. 


Attorniato dai due rami meridionali del Lago Ceresio, il monte raggiunge la sua massima altitudine a quota 1.097 metri in territorio svizzero. E’ uno dei più importanti giacimenti di fossili marini al mondo del Triassico medio (247-237 milioni di anni fa). A differenza di altri giacimenti di fama mondiale – che presentano di regola un unico livello fossilifero attribuito a un momento ben preciso della storia geologica - il Monte San Giorgio mostra almeno cinque diversi livelli, ciascuno dei quali può contenere più di un’associazione fossile. Questo particolare aspetto permette lo studio evolutivo, sull'arco di milioni di anni, di determinati gruppi di organismi riferiti allo stesso ambiente. Da questi cinque livelli sono stati finora estratti oltre ventimila fossili. Nel complesso, si contano circa venticinque specie di rettili, cinquanta specie di pesci, più di cento specie di invertebrati oltre a varie specie di vegetali, in particolare conifere.
Qui, nel centro del paese di Meride, sorge il museo - iscritto nel Patrimonio mondiale dell’UNESCO – dove sono in mostra raccolte davvero uniche di fossili di animali e piante provenienti dagli eccezionali giacimenti. Una ricostruzione lunga due metri e mezzo del sauro terrestre Ticinosuchus accoglie trucemente il visitatore. Viveva circa 240 milioni di anni fa ai margini di un mare subtropicale, insieme a molti pesci e altri sauri che si erano adattati alla vita acquatica. L’eccezionale stato di conservazione degli scheletri del Triassico medio del Monte San Giorgio ha reso la “montagna dei sauri” un sito naturalistico di fama mondiale. Distribuito su quattro piani, presenta una grande varietà di esseri viventi che abitavano il mare e la costa del Ticino meridionale di allora: tra 245 e 180 milioni di anni fa. Illustrazioni e modelli rendono comprensibile al visitatore questo mondo da lungo tempo scomparso, i cui fossili sono stati estratti, preparati e descritti scientificamente da specialisti svizzeri e italiani a partire dal 1850.


Facendo un salto nel Sopraceneri (il cantone di lingua italiana si divide in due con il Monte Ceneri come spartiacque fra il basso e l’alto Ticino da cui le denominazioni correnti: Sottoceneri e Sopraceneri) e superando quindi Lugano, la fermata d’obbligo è Bellinzona. Primo perché la parte antica è molto bella e poi per i suoi castelli (link).


I castelli di Bellinzona sono fra le più mirabili testimonianze dell'architettura fortificata medievale elvetica. La configurazione odierna della chiusa bellinzonese, che ha le sue lontane origini in un nucleo tardo-antico sito sulla collina di Castelgrande, si deve sostanzialmente alla complessa attività edilizia promossa nel Quattrocento dai Visconti, duchi di Milano. Risale a quell'epoca la costruzione di un possente impianto difensivo che sbarrava la valle del Ticino in tutta la sua larghezza per arrestare l'avanzata dei confederati dalla Svizzera interna. Ancora oggi questa fortificazione, con le sue mura merlate, le torri e le porte, non cessa di destare meraviglia.  Definendo Bellinzona una chiave dei passi alpini e una porta di passaggio obbligato per l'Italia in uno scritto indirizzato al duca di Milano nel 1475, il commissario di guerra Azzone Visconti intese sottolineare il ruolo strategico della città e richiamare l'attenzione sulla necessità di apportare migliorie alla chiusa nella valle del Ticino. Infatti su Bellinzona convergono tanti valichi come su nessun altro sbocco meridionale delle Alpi. Accanto ai passi del San Gottardo, Novena, Lucomagno e San Bernardino, aperti oggi al traffico moderno, occorre ricordare gli antichi itinerari a piedi, a cavallo o con bestie da soma come Greina, molto frequentata, e il San Jorio lungo l'asse ovest-est Domodossola-Centovalli-Valtellina. All'altezza della strozzatura di Bellinzona, nello spazio di pochi chilometri tutte queste vie si allacciavano a un'unica arteria di comunicazione che più a sud nuovamente si diramava in diverse strade che per terra e per acqua portavano alla pianura lombarda. Nei secoli la fortuna dei singoli passi battuti da sovrani, ambasciatori, messaggeri, commercianti, mandriani, pellegrini, guerrieri, profughi e mendicanti è stata altalenante. Analogamente anche l'importanza strategica di Bellinzona ha subito variazioni nel corso del tempo a causa della mutevole politica dei trasporti, come anche della situazione topografica particolarmente favorevole all'impianto di opere di fortificazione. Un dosso roccioso proteso verso la piana dal fianco orientale della valle costituisce una chiusa naturale che lascia aperti solo due passaggi: a est, la strettoia dove nel Medioevo è sorto l'insediamento urbano; a ovest, il tratto pianeggiante bagnato dalle imprevedibili acque del Ticino che scorrono verso il lago Maggiore. Difficile immaginarsi un luogo più propizio all'edificazione di uno sbarramento difensivo.
Sino all'età moderna inoltrata la zona alluvionale del fiume Ticino con il piano di Magadino ridotto a palude, rimase ostile a ogni forma di insediamento umano. Ancora nel XV secolo un braccio navigabile del lago Maggiore raggiungeva Bellinzona, dando vita allo sviluppo di un pittoresco piccolo porto nei pressi della Torretta, “torre di controllo” dell’epoca e non più esistente da tempo.

Ora è possibile visitare i tre castelli: partire da Castelgrande (proprio in centro a Bellinzona) e da lì proseguire – volendo anche a piedi – verso i manieri di Montebello e Sasso Corbaro e passeggiare su quasi tutte le murate per ammirare le nerborute difese cittadine. Al loro interno ci sono sempre mostre con tematiche diverse: fotografiche, arte (antica, moderna, contemporanea) su Bellinzona o comunque il Ticino; a Castelgrande c’è anche un ricco museo archeologico e una sala dove viene proiettato un video, di una ventina di minuti e molto ben fatto, sulla storia delle fortificazioni e dei signori che governarono il territorio bellinzonese.


Se invece vi piacciono le emozioni forti – e magari la voglia di fare una passeggiata nei boschi - perché non tentarvi con il ponte tibetano? Ebbene sì, a Sementina (link) c’è un bellissimo ponte eretto da pochi mesi, lungo 270 metri e dal ragguardevole peso di circa 50 tonnellate. 



Realizzato dalla Fondazione Curzútt-S. Barnàrd, istituzione indigena per la salvaguardia della zona, consente di attraversare l’impervia valle che divide i comuni di Monte Carasso e Sementina. Il ponte unisce Curzutt e S. Bernardo alla Via delle Vigne, consentendo di effettuare escursioni in una zona ricca di presenze storiche, paesaggistiche ed enogastronomiche. Ancorato a una quota di 696 metri, nel punto centrale il ponte s’innalza ondeggiando a ben 130 metri dal suolo. Il camminamento, largo un metro scarso, è in legno di larice. Il ponte è comodamente accessibile grazie alla funicolare che da Monte Carasso porta a Mornera passando da Curzùtt, antico e caratteristico borgo collinare che costituisce il punto di partenza ideale per scoprire un sito ricco di testimonianze.

E visto che avete fatto uno sforzo vuoi per i castelli o vuoi per il ponte, ecco dove mettere le gambe sotto il tavolo per rifocillarvi. Due locali a Bellinzona: Trattoria Cantinin dal Gatt e, per chi ama il classico, la pizzeria Lampara.

Al Cantinin del Gatt si può andare più volte senza mai mangiare la stessa cosa: ed è un bene perché la cucina è buona. Lo chef propone tutti i giorni un nuovo menu a pranzo e una nuova carta serale circa ogni due settimane, a seconda delle stagioni. Alcune delle proposte vengono preparate con prodotti solo locali. L’ambiente è accogliente (la trattoria è in una vecchia casa riattata in un piccolo vicolo del centro storico), il personale è attento e i dettagli sono molto curati. Con il bicchiere d’aperitivo non manca un piattino di lardo e pane integrale. E con il caffè, biscottini alle mandorle.
Per una cena completa: tra i 40 e i 60 franchi a persona.

La Lampara è invece un ristorante pizzeria, di chiarissime origini italiane, che ha il vantaggio d’essere sempre aperto e con cucina “elastica” per i parametri svizzeri: cioè si mangia anche prima e dopo gli orari canonici del mezzodì o delle sette di sera. Vasta la carta delle pizze e interessante il menù, soprattutto quello del giorno. Spettacolare il fritto di pesce di calamari e gamberetti con patatine fritte, molto abbondante e soprattutto leggero. Il costo si colloca fra i 30 e 60 franchi a testa.



A questo punto, non resta che augurare buon gioco e buona permanenza a coloro che affolleranno i saloni del Casinò di Campione per queste attesissime WSOP Circuit. 



Fonti: Ticino turismo, Bellinzona Turismo, Internet

martedì 8 settembre 2015

Parafrasando Oriana Fallaci: post per un bambino mai cresciuto.

La morte lo colse all'improvviso. Ma con una ragguardevole presenza di spirito, rimediò buttandosi sulla poltrona e componendo il viso nella più decorosa delle espressioni. L’ipocrisia aveva vinto fino alla fine.
(Francesco Burdin)



Mi hanno chiesto perché non commentavo il putiferio mediatico accaduto dopo la pubblicazione della foto con quel bambino morto spiaggiato. Semplicemente l'ho guardata, ho provato un poco di sconforto e poi...Basta. Basta perché ho cominciato a pensare a tutti quelli che sono comunque morti altrove e che nessuno ha cagato di striscio, senza foto e luminari sinistrorsi radical chic a farne usi impropri (perché se muoiono trucidati dalle tribù di cammellari non fotte un cazzo a nessuno ma che muoia prima di finire in braccio a una cooperativa rossa è inaccettabile). Credo sia giusto e sia un diritto di cronaca rendere pubbliche queste immagini a patto che però si pubblichi e faccia "scalpore" anche quando sulla spiaggia c'è un vecchio sdentato.
Nel tempo ci sono state fotografie che hanno scritto la storia ma che palle leggere le ipocrisie di chi non vuole guardare e parla di strumentalizzazione. 

Per di più, è tutto frutto di un buonismo criminale e idiota (la mamma loro è sempre incinta e educa di merda).
Questo disgraziato bambino siriano trascinato sulle rive turche dalle correnti marine dopo essere affogato non è vittima della mancanza di cuore degli europei per accoglienza negata e non è vittima delle forze che si oppongono all'immigrazione ma è vittima di chi all'immigrazione selvaggia non si oppone. 
Questo bambino è vittima di chi le guerre le vuole e di chi le sostiene. Questo bambino è vittima di chi ora a quelle guerre non pone rimedio intervenendo per fermarle. 
Siamo alle solite: una marea di coglioni cerebrolesi sta facendo passare per criminali chi viceversa è lungimirante e ha soluzioni magari timide e da perfezionare (per esempio il "cattivone" ungherese), preparando così il terreno per tragedie prossime future.

Potete anche non crederci - chi sono io per impedirvelo - ma tutto nasce da una lotta vecchia di 1400 anni: il tentativo di islamizzare il mondo "occidentale" nasce allora e l'Isis rappresenta solo l'ultima manifestazione della volontà e degli obiettivi dell'islam. Da 1400 anni ci provano rimediando solo sconfitte umilianti.
Nonostante questo, continuano imperterriti con le loro farneticazioni religiose condite di violenza inaudita. E noi, dopo tutto questo tempo, non abbiamo ancora capito - o non vogliamo capire - che questi useranno ogni mezzo per riuscire a islamizzare il mondo. La propaganda utilizzata a questo scopo è composta da innumerevoli episodi e la foto del bimbo è solo uno di questi per farci aprire più facilmente le porte.

Per finire, l'immagine postata in alto (fonte internet) contiene foto che non hanno fatto il giro del mondo, non hanno mosso le ipocrite coscienze. Eppure sono tutte negli archivi dei giornali - senza essere sbattute in prima pagina - perché sono uccisioni di bambini da parte degli "buoni": bambini Afghani, Yemeniti, Curdi e quello "spiaggiato" a Gaza giusto un annetto fa. 

Ma ora serviva far accettare all'Europa l'invasione (grazie signor Obama per aver tanto insistito): quindi si pubblica la foto degli annegati ma che siano bambini eh! La compassione farà "digerire" i loro piani e spostare l'attenzione sull'accoglienza come un qualcosa di inevitabile e non quello che invece dovrebbe essere: la ribellione verso chi, per interessi geopolitici e commerciali, fomenta e finanzia in continuazione le guerre in quelle zone. 


* Il titolo prende spunto da quello che Oriana Fallaci utilizzò per uno dei suoi libri: Lettera a un bambino mai nato (link

giovedì 3 settembre 2015

E’ tempo di WSOP Circuit Italy: vi suggerisco una visita gastronomica nei dintorni di Campione.

Avete in programma di giocare qualche evento delle Wsop Circuit Italy a Campione d’Italia?
Sicuramente si, dato che, seppur sorelle minori, sempre Wsop sono. Allora avrete organizzato il vostro calendario con una serie di Day1 nella speranza di avere anche dei Day2 e oltre da giocare. Orbene: ma nelle pause che fare? Eccovi una piccola guida sul mangiare a cui ne seguirà una seconda su cosa vedere mentre la giocate al meglio le vostre Wsop Circuit Italy.
Oggi parliamo dei locali come ristoranti e pizzerie ma principalmente dei tipici luoghi ticinesi per il desco: i grotti.

Grotto Bundi

Inizialmente concepiti come sorta di cantine per conservare prodotti agricoli indigeni quali il vino o il formaggio, i grotti ticinesi e grigioni-italiani erano spesso ricavati da grotte naturali (da cui il nome). Un grotto, per essere tale, deve avere al suo interno una fonte d’aria fresca costante e proveniente dal sottosuolo. È l’elemento essenziale, senza la sua tradizionale presenza siamo di fronte a una semplice cantina. In Mesolcina – zona confinante con il Ticino e anticamera del Canton Gigioni – questo spiffero viene chiamato fiadiré, nella Valchiavenna sorèl.
Nel corso del tempo le esigenze si sono modificate: nuovi metodi di conservazione hanno ridotto l’importanza del grotto come magazzino e i contadini hanno spesso trasformato i grotti in locali per la degustazione dei vini e di altri prodotti alimentari. Nel corso del XX secolo i grotti sono diventati veri e propri esercizi pubblici e molti non si distinguono quasi più dalle trattorie. Oggigiorno si intende come “grotto” perlopiù un piccolo e semplice ristorante in un edificio tradizionale di pietra (con o senza una vera e propria grotta ma quasi sempre con i caratteristici tavoli di granito), con cucina locale tradizionale e spesso aperto solo durante la bella stagione.
Le pietanze più comuni nei grotti sono l’onnipresente formagella, formaggi e formaggini, il salame e altri tipi di affettato serviti con sottaceti, il pesce in carpione e, quando c’è, cucina calda: ormai presente nella maggior parte dei grotti di solito propone minestrone o polenta, perlopiù servita con strachin (formaggio simile al gorgonzola), con funghi, con merluzzo o con pietanze a base di carne. Le bevande tipiche sono il Merlot, la grappa e la gassosa. Sebbene siano diventati una delle attrattive turistiche non tutti i grotti ticinesi hanno perso il loro carattere genuino. Nei pomeriggi e nelle miti sere d’estate i ticinesi si recano spesso e con piacere nei grotti per mangiare o anche semplicemente per bere un bicchiere tra amici.

Ecco quindi due grotti selezionati per conoscenza diretta e due ristoranti.

Il primo della lista è il Grotto Bundi. Quella del Grotto Bundi è una storia quasi secolare: nella cornice del Ticino più autentico, oltre ottant'anni fa, un certo Abbondio Calderari apre l’antico Grotto a cui lega il suo nome di battesimo nella forma dialettale di “Bundi”. Si trova a Mendrisio in una via che è tutto un programma: Via delle Cantine.
La sua caratteristica principale è servire la polenta con almeno venti tipologie diverse di contorni – sono due pagine del menù oltre a quelli di stagione – fra cui spiccano le uova fritte a regola d’arte. Da non perdere una visita alle cantine del Grotto, racchiudono autentici tesori autoctoni (ci rifiutiamo di usare la parola “territorio” fino a quando passerà la moda di abusarne in qualsiasi contesto) pronti per accompagnare le portate in ogni occasione, anche se di solito non ci discostiamo mai dal Merlot o dalla birra scura. Il grotto si trova quasi alla fine della strada e potrebbe essere un problema il posteggio anche perché nella bella stagione qualche posto-auto viene tolto per poter mangiare all’aperto. Eventualmente proseguite fiduciosi ancora per qualche decina di metri, un buco si trova sempre.
E’ meglio prenotare e il prezzo si aggira sui 30/50 CHF persona.

Un altro grotto interessante si trova a Riva San Vitale, distante pochi chilometri da Campione: si tratta del Grotto Eguaglianza. Il locale è veramente suggestivo e tipico ma il servizio è da ottimo ristorante. E il cibo – pur rimanendo nella tradizione del “grotto” – non è da meno anche perché i cuochi cucinano solo prodotti locali e di elevata qualità. Se vi piace il pesce di lago è il posto giusto e la cantina dei vini è molto interessante con allettanti proposte di famosi viticoltori ticinesi. Se il tempo è buono è anche possibile mangiare all’aperto con vista lago. Curiosità: con una certa frequenza nel locale si svolgono concerti oppure presentazioni di libri riguardanti il Ticino. Anche qui prenotare aiuta e il prezzo si aggira sui 40/50 CHF a persona.

Grotto Eguaglianza


Caratteristica comune in tutti grotti è bere il Merlot nei tazzin o nei bócalin. Un vecchio adagio ticinese recita però che “Sa pensa sempar qu sia al “bócalin” al clasich bicier pal vin ticines, invece lè al bözzin o al tazzin ca lè pöö una scodlína a forma semisferica faja da tera cota.”
Uno o l’altro sono normalmente decorati con i colori ticinesi (blu e rosso) e vengono usati anche nelle case come normale contenitore per il vino accanto al classico bicchiere di vetro.

Se volete mangiare – invece – la pizza o un menù più tradizionalmente italiano vi consiglio due locali: il Soave10 e L’incontro.

Il primo è in centro a Lugano in via Soave a due passi dalle boutique e dai negozi più lussuosi. Fra i suoi punti di forza c’è un menù ricco e variegato giornaliero e una discreta varietà di pizze. Ogni mese poi è possibile usufruire dello speciale menù che, a esempio, in Agosto era dedicato alla Campania. Scelta dei vini interessante, gradita la prenotazione e prezzo che si aggira fra i 40 e i 70 CHF.

L’Incontro si trova invece a Grancia (nel pieno del centro commerciale luganese) poco discostato dall’Ikea al piano terra di un palazzo a torre. Fra le sua caratteristiche decisamente interessanti la possibilità di provare la pizza con quattro tipi di farine diverse e un piatto del giorno sostanzioso anche come quantità. Il pane è uno dei punti di forza al punto che si rischia di mangiare più quello che il resto.
Il loro motto è che il benessere passa anche attraverso l’alimentazione e sono stati aiutati da un esperto di nutrizione per aiutare i clienti a scegliere i piatti secondo gusto e necessità. Il risultato è un menu grafico dove sono indicati i cinque valori nutritivi di ogni piatto: carboidrati, proteine, grassi, zuccheri, fibre. Il prezzo oscilla fra i 16 e i 30 CHF a persona. Curiosità: con due franchi a testa potete bere tutta l’acqua che volete.

Ecco, a poca distanza da Campione potete provare qualcosa di diverso dal solito che, probabilmente, non conoscevate. La prossima volta vi parlerò di cosa visitare e dato che vi proporrò di fare qualche chilometro in più, vi elencherò qualche altro posto utile per mettere le gambe sotto il tavolo.



Scritto per Il giornale del Poker