giovedì 25 dicembre 2014

Accontentiamoci di dire che il teatro, come la vita, è un sogno, senza preoccuparci troppo della menzogna.



Da cosa dipende che a teatro si rida tanto liberamente e ci si vergogni di piangere? Intenerirsi di fronte alla scena pietosa è forse meno naturale che scoppiare a ridere di fronte a quella ridicola? Ci trattiene forse l’alterazione delle fisionomie? È più intensa in un riso smodato che nel più amaro dolore; e si gira il viso per ridere come per piangere alla presenza dei grandi e di quanti si rispettano. Forse è un disagio che si prova nell'apparire commossi e farsi notare in una qualche debolezza, soprattutto di fronte a un soggetto finto e da cui sembra che ci si lasci ingannare. Ma anche senza chiamare in causa le persone gravi o gli spiriti forti che, riconoscendo segni debolezza sia in un riso eccessivo sia nelle lacrime, si trattengono da entrambi, cosa ci si aspetta da una scena tragica? Che faccia ridere? E d'altronde la verità, attraverso le sue immagini, non vi regna altrettanto vivamente quanto nel comico? L’anima non penetra forse fino al vero nell'uno e nell'altro genere prima di commuoversi? Pensate che essa si accontenti così facilmente? Non necessita anche della verosimiglianza? Come dunque non è strano udire un riso generale levarsi da un intero anfiteatro a un certo punto di una commedia, e ciò presuppone invece che sia solo divertente e molto naturalmente interpretato, così l’estrema violenza che ognuno s’infligge per trattenere le lacrime e il riso sforzato con cui si vuole coprirle provano chiaramente che l’effetto naturale della grande tragedia sarebbe di piangere tutti spontaneamente e di concerto alla vista di tutti, senz'altro imbarazzo che quello di asciugarsi le lacrime, oltre al fatto che, dopo aver convenuto di abbandonarvisi, si riconoscerebbe pure che a teatro c’è spesso meno da temere di piangere che di tediarsi.
Jean de La Bruyère, I caratteri, 1688




Mi sono accorto solo oggi che non vi ho ancora tediato in merito alla stagione teatrale bellinzonese. Rimedio immantinente descrivendo le rappresentazioni già andate in scena (*).

Elenco spettacoli:
* Bianco su bianco
* A piedi nudi nel parco
* Amadeus
La scuola
Romeo e Giulietta
Lo zoo di vetro








Bianco su bianco è una produzione della Compagnia Finzi Pasca in coproduzione con il Teatro Sociale Bellinzona, Maison de la Culture de Nevers et de la Nièvre e l'Odyssée - Scène Conventionnée de Périgueux, Città di Lugano, Cantone Ticino, ProHelvetia, Ernst Göhner Stiftung.
La regia è di Daniele Finzi Pasca, le musiche sono di Maria Bonzanigo e le scene sono di Hugo Gargiulo

Dopo le co-produzioni dei concerti di Maria Bonzanigo nel 2012 e 2013, la Compagnia Finzi Pasca e il Teatro Sociale Bellinzona tornano a collaborare per la creazione di “Bianco su Bianco”, il nuovo spettacolo della compagnia, che debutterà il 30 settembre presso il Teatro Sociale Bellinzona e sarà replicato fino al 4 ottobre.
Lo spettacolo è prodotto dalla Compagnia Finzi Pasca, in co-produzione con Teatro Sociale Bellinzona quale primo coproduttore e da due importanti centri culturali francesi: Maison de la Culture de Nevers et de la Nièvre e l’Odyssée – Scène conventionnée de Périgueux. L’autore e regista è Daniele Finzi Pasca, mentre Julie Hamelin, Maria Bonzanigo, Hugo Gargiulo e Antonio Vergamini fanno parte dell’équipe di creazione.
“Bianco su Bianco” è interpretato da Helena Bittencourt e Goos Meeuwsen, due attori, due acrobati, due clown che hanno la capacità di dare forma a personaggi carichi di umanità, ingenui, un po’ filosofi, elegantemente decadenti, comici e surreali. Si muovono con leggerezza ed estrema destrezza sulla scena. Usano con eleganza minuti dettagli per costruire situazioni tragicomiche.
Lo spettacolo, malgrado la semplicità e l’essenzialità della macchina scenica, ripropone il mondo della Compagnia Finzi Pasca, un mondo surreale, ferocemente sereno, popolato da storie sempre in equilibrio tra una dolce e nostalgica assurdità. Un teatro che riflette su se stesso, dove gli attori usano il proscenio per dialogare con il pubblico, dove l’illusione e gli artifici vengono alla fine sempre svelati, dove si ride e ci si commuove, dove i clown non incarnano la stupidità ma la fragilità degli eroi perdenti.
Lo spettacolo è popolato da piccole allucinazioni. Modi per far emergere il Rosso e il Nero che si nascondono dietro il Bianco dell’immaginario dei clowns. La memoria, il ricordo di un quartiere e le certezze che abitano i bambini, contrapposte all'incertezza del ricordo. Mille petali che cadranno dal cielo, tanti petali che coprono i prati, le ferite che lasciano spazio ai sorrisi, che diventano risate liberatorie prima che arrivi un attimo di nostalgia.

Con “Bianco su Bianco” il Teatro Sociale Bellinzona è orgoglioso di ospitare il debutto di un nuovo spettacolo di Daniele Finzi Pasca in Ticino, evento che non accadeva più da una quindicina di anni. Il debutto bellinzonese e l’opportunità di un’importante coproduzione sono anche un’attestazione di stima da parte della Compagnia Finzi Pasca per un lavoro di produzione e coproduzione svolto con le migliori realtà della scena ticinese che il Teatro Sociale Bellinzona sta compiendo con convinzione da tre anni. Questa coproduzione rappresenta al contempo per il Teatro Sociale Bellinzona una preziosa opportunità per entrare in relazione e mettersi in rete con importanti teatri e centri di produzione sia in Svizzera che all'estero. 

Maggiori informazioni: Finzi Pasca







A piedi nudi nel parco di Neil Simon
con Vanessa Gravina, Ludovica Modugno, Stefano Artissunch, Stefano De Bernardin, Federico Fioresi
Produzione: Synergie Teatrali in collaborazione con il 46° Festival di Borgio Verezzi

Regia di Stefano Artissunch



La commedia, da cui è stato tratto l’omonimo film del 1967 interpretato da Robert Redford e Jane Fonda, racconta la storia di Paul e Corie Bratter, una coppia di sposi freschi di matrimonio e reduci da un’appassionata luna di miele trascorsa tra le lussuose pareti dell'Hotel Plaza di New York. 
La loro vita coniugale inizia con il sospirato ingresso nella loro prima casa, un piccolo e spoglio appartamento all'ultimo piano di un vecchio palazzo senza ascensore. La scomoda sistemazione dei due sposini e la presenza nelle loro vite di altri due straordinari personaggi come la signora Ethel Banks, madre di Corie, e il signor Velasco, eccentrico inquilino della mansarda sopra l’appartamento della coppia, bastano a mettere a dura prova la loro serenità matrimoniale e, in particolare, fanno emergere le loro differenze caratteriali: Paul è serio, giudizioso, prudente tanto quanto Corie è vitale, appassionata,romantica; tanto l'uno è prevedibile e convenzionale quanto l’altra è imprevedibile e spudorata.
Le storie e i personaggi che si incontrano e si scontrano sono esempi di vita vissuta raccontati con battute irresistibili, episodi spassosi ed una spiritosa deformazione dell’attualità, in una lucida disamina della nevrosi dell’uomo contemporaneo, solo e fragile nella gestione dei rapporti che lo circondano. 
La scena realistica e retroilluminata crea un effetto cinematografico e dona ai personaggi, chiusi nella stretta dei rapporti di coppia, profondità ed una forte interiorità rivelata nelle ombre della casa di Paul e Corrie. 
L’attualità del testo offre terreno fertile alla recitazione schietta e dinamica dei protagonisti.

Maggiori informazioni: Sinergie teatrali 








Amadeus di Peter Shaffer
con Tullio Solenghi, Aldo Ottobrino, Roberto Alinghieri, Arianna Comes, Davide Lorino, Elisabetta Mazzullo, Andrea Nicolini
Produzione: Teatro Stabile di Genova / Compagnia Gank
Regia di Alberto Giusta
Scene e costumi di Laura Benzi
Luci di Sandro Sussi


“Amadeus” è il titolo della pièce teatrale in due atti scritta da Peter Shaffer nel 1978, da cui è stato successivamente tratto l’omonimo film del 1984 diretto da Milos Forman che ebbe grandissimo successo.
Il dramma racconta il tentativo del compositore italiano Antonio Salieri di distruggere la reputazione dell’odiato avversario Wolfgang Amadeus Mozart. Shaffer scrive la pièce traendo spunto dal dramma di Puskin intitolato “Mozart e Salieri” in cui quest’ultimo per gelosia ed invidia avvelena Mozart. 
Nel testo di Shaffer non vi è unità di tempo e di luogo. L’ambientazione cambia vertiginosamente dalla fine del ‘700, periodo in cui Mozart preceduto dalla sua fama incontra Salieri a Vienna, al primo ventennio dell’800 nel quale Salieri, ormai vecchio e malato, mette in giro la voce infondata di aver assassinato Mozart nel 1791. Perché? Per essere ricordato anche lui dai posteri! Se non come musicista almeno come assassino!
Invidia, rabbia, senso di impotenza, bisogno d’amore e di libertà, indignazione, sono le passioni che muovono ed animano i protagonisti della storia e gli altri personaggi che gravitano intorno a loro. 
“Amadeus” è un capolavoro di modernità vestita con gli abiti del Settecento. Uno spettacolo che cerca di rifuggire forme stereotipate di mise en scène vecchie e cadenti, privilegiando la bellezza degli ambienti e dei costumi, la profondità del racconto, il gioco attoriale, la relazione viva tra i personaggi.

Maggiori informazioni: 

mercoledì 24 dicembre 2014

"Tu non sei il Babbo Natale dell'anno scorso!" - "Siamo in cassa integrazione a rotazione..."

«Presto avremo un bambino.»«Scherzi?»«No, avrò proprio un bambino me l’ha detto il dottore...Sarà il mio regalo per Natale!»«Ma a me bastava una cravatta!»




A chi ama dormire ma si sveglia sempre di buon umore
A chi saluta ancora con un bacio
A chi lavora molto e si diverte di più
A chi va in fretta in auto ma non suona ai semafori
A chi arriva in ritardo ma non cerca scuse
A chi spegne il televisore per fare due chiacchiere
A chi è felice il doppio quando fa la metà
A chi si alza presto per aiutare un amico
A chi ha l'entusiasmo di un bambino e i pensieri di un uomo
A chi vede nero solo quando è buio
A chi non aspetta il Natale per essere migliore.



Sinceri auguri a voi 

domenica 21 dicembre 2014

Le bufale sul web del 2014

La classifica rilasciata da Google: la lista delle peggiori bufale di Internet nel 2014



Con la fine dell'anno è tempo di bilanci. 
Dopo la classifica rilasciata da Google delle ricerche maggiormente effettuate, puntuale arriva la lista delle peggiori bufale di Internet del 2014. 
A stilarla è stato il Washington Post che ieri ha messo insieme le quindici notizie che hanno colpito il web nel corso di questi dodici mesi e che sono state abbastanza credibili da ingannare milioni di utenti.

A guadagnarsi lo scettro Jasmine Tridevil, vero nome Alisha Jasmine Hessler. 
La 21enne della Florida lo scorso settembre è balzata all'onore delle cronache dopo aver rivelato di aver speso circa 20 mila euro per sottoporsi a un'operazione chirurgica per l'aggiunta di terzo seno con l'obiettivo di diventare famosa e partecipare a un reality. In realtà la terza tetta era una protesi mobile. A tradirla una denuncia di furto fatta presso il Tampa International Airport, dove tra gli oggetti rubati spuntava anche un '3 breast prosthesis'. La bufala è diventata talmente virale che ha fatto spiccare il volo alla carriera come pop star di Alisha che ha recentemente finito di registrare la sua prima canzone.

Al secondo posto la minaccia di un hacker a Emma Watson che prometteva di pubblicare sul sito emmayouarenext.com le foto dell'attrice nuda, come vendetta per il suo accorato discorso contro le differenze di genere e gli stereotipi sulle donne fatto davanti alle Nazioni Unite. Il sito 4chan era stato indicato subito come responsabile delle minacce, ma in realtà la bacheca più infame di Internet (attraverso la quale sono state diffuse le immagini delle attrici rubate dai loro cloud) non aveva colpa. Le minacce erano in realtà una trovata pubblicitaria dell'agenzia di marketing virale Rantic che, dicendo che agiva per incarico degli agenti delle star al fine di far chiudere 4chan e di sottolineare la necessità di censurare internet, con questa bufala ha generato oltre 48 milioni di contatti sul web, 7 milioni di condivisioni e "mi piace" su Facebook e 3 milioni di menzioni su Twitter.

Medaglia di bronzo se l'aggiudica il video girato dalla sconosciuta Stephen Zhang Production chiamato "esperimento sociale", in cui una ragazza finge di essere ubriaca e si aggira barcollando per la più famosa strada del quartiere di Hollywood a Los Angeles facendosi avvicinare da molti ragazzi per dimostrare quali sono le reazioni degli uomini in una situazione del genere. Il video pubblicato sul web in pochissimo tempo ha guadagnato milioni di visualizzazioni, scatenando i commenti degli utenti. Peccato che il regista, tale Stephen Zhang, avesse in realtà allenato gli uomini a recitare in quel modo.

Scorrendo la lista, troviamo poi, al sesto posto, l'incredibile storia di un uomo che si è salvato dall'attacco di un orso in Russia, grazie alla suoneria telefonica 'Baby' di Justin Bieberimpostata sul suo cellulare.

Segue, al settimo, la notizia della macchina miracolosa che può trasformare l'acqua in vino. Il marchingegno in realtà non esiste, ma si è trattato di un'operazione mediatica per finanziare il progetto di una ONG che ha come obbiettivo portare acqua potabile nei paesi in cui scarseggia o manca del tutto. La bravata è stata trovata da molti utenti davvero fastidiosa, ma ha raggiunto il suo fine: poche settimane che il video è diventato virale, le donazioni sono aumentate del 20%.

Si è rivelato falso anche il video postato su Twitter dalla slittinista statunitense Kate Hansen che mostrava un lupo grigio senza collare aggirarsi liberamente nel corridoio del suo hotel, nel parco olimpico dei Giochi di Sochi (in realtà si trattava di una messinscena, realizzata in uno studio di Los Angeles). 

E di un montaggio video si è trattato anche il filmato circolato su YouTube all'inizio di agosto che mostrava il presidente russo Vladimir Putin colpito dalla cacca di un uccello durante il discorso che ha tenuto in occasione del centenario dell'inizio della Prima guerra mondiale. Nella versione integrale non avviene nessun incidente del genere e il leader del Cremlino termina il suo discorso con la giacca e la sua dignità intatta.

Non potevano poi mancare i sei giorni di buio totale che avrebbe dovuto attraversare la Terra tra il 16 e il 22 dicembre. L'articolo che annunciava l'arrivo imminente di una tempesta solare, che avrebbe bloccato il 90% della luce solare con polvere e detriti, è stato pubblicato su un sito di notizie satiriche, Huzlers.com. Inutile dire che oggi, 20 dicembre, nessuno va in giro con le torce. Tuttavia la notizia, che tra l'altro citava come fonte direttamente la Nasa, è diventata così virale che alla fine di ottobre l'agenzia spaziale americana ha dovuto rilasciare una dichiarazione nella quale ha affermato che "contrariamente a quanto si può avere letto o sentito, tutte le voci sono assolutamente false".

Infine, chiudono la classifica la morte di Betty White e Macaulay Culkin. In realtà entrambi stanno molto bene: White, che si sta avvicinando il suo 93esimo compleanno, è ancora in tv con la sitcom "Hot in Cleveland", mentre il protagonista di "Mamma ho perso l'aereo" è in tour con la sua band Pizza underground.








Fonte: internet

venerdì 19 dicembre 2014

La UE, Google, la Spagna e il solito "tonfo" provocato dagli idioti che governano...





C'è una bella diatriba in corso fra UE e Google e fra Spagna e Google.
Della prima ne parliamo adesso, della seconda dopo anche se assomiglia molto a quella che ci fu fra Germania e Google (e la Germania perse).


Fra la UE e Google c'è una battaglia sulla presenza del colosso americano sul territorio europeo, battaglia combattuta più perché Google funziona - bene - che  per  altro. Invidia, insomma.

Tutto inizia qui: al parlamento europeo è stato chiesto di regolare il monopolio di Google, non tanto come motore di ricerca ma come abbinamento di motore di ricerca/mail/android e il settore pubblicitario.
Il fatto che De Benedetti gongoli su La Repubblica fa capire benissimo quale sia il problema: nel raccogliere e distribuire la pubblicità Google è più efficiente di Carlo. E di ogni e qualsiasi altro Carlo ci sia in Europa. Così i Carlo si sono uniti e hanno detto: se Google raccoglie più pubblicità di noi, noi moriremo. Come se non bastasse il Casaleggio si è messo pure a suonare la marcia funebre per i giornali, con il risultato che i giornali sono di pessimo umore. Particolarmente rumorosi sono i Charles, i "Carlo" francesi, che sono particolarmente arrabbiati con gli OTT americani perché stanno raccogliendo pubblicità a iosa: adesso che anche Twitter, stimolato dalle prime sane incazzature degli azionisti, sta per mettersi a vendere pubblicità in maniera aggressiva, va da sé che se la stiano letteralmente facendo sotto.

Così, a furia di lavorare di lobby, sono arrivati a stimolare Bruxelles per far approvare in seduta primaria questa cosa di spezzare in due la divisione di Google che vende pubblicità rispetto quella che fornisce i servizi ove la pubblicità compare (motori di ricerca, gmail e tutto il resto dei servizi).
Siccome il mercato europeo è abbastanza succoso, Google potrebbe essere costretto a obbedire, a meno di non perdere un sacco di soldi in borsa. Google fatica in Russia, Cina e India, per cui perdere anche l' Europa non sarebbe una buona notizia.

Perché dico che si tratta di invidia?
Perché "impedite al primo della classe di entrare in classe!" è il mantra dei somari.
Google è più efficace di Carlo nel vendere pubblicità. Perché ?

Google è stato più bravo di Carlo e ha sfidato il gigante dell'epoca, Altavista, nel campo dei motori di ricerca, per poi monetizzare la cosa mediante la pubblicità. Carlo non sapeva nemmeno di cosa si parlasse. 
Google è poi stato più bravo di Carlo e ha inventato l'era dei prodotti gratis, come gmail, gnews& co. Carlo non sapeva nemmeno di che diavolo si parlasse. Google è stato abile e prima del boom degli Smartphone ha comprato Android e, appunto, si è messa a vendere Android. 
Carlo non sapeva nemmeno di che diavolo si parlasse. Google ha inventato un sistema di raccolta e profilazione delle preferenze dell'utente, concepito ad hoc per massimizzare l'efficacia dei canali. Carlo non sapeva di preciso di che diavolo si parlasse.

Oggi Google apre Carlo come una cozza e Carlo ha capito - con circa quindici anni di ritardo - di che diavolo si sta parlando.
Le prime domande che faccio - e che si dovrebbe fare impugnando un randello - a tutti i Carlo che sono felici per il voto di Bruxelles è:

Ci mostrate il vostro motore di ricerca?
Ci fate vedere il vostro Gmail?

Perché qui sta il punto. Se vado indietro con la memoria, partendo da WAIS, ricordo Gopher, Veronica, Lycos, Yahoo, Altavista, Hotbot, Excite, WebCrawler, Infoseek...Ma non ne ricordo molti di europei. Se fosse per i Carlo, il vostro motore di ricerca sarebbe ancora Telnet.exe...

Allora, di che diavolo stiamo parlando?

Mettiamola nel senso inverso per spiegare meglio: domani Google e gli altri motori di ricerca americani scelgono di lavorare solo in USA. I cinesi hanno Baidoo, i russi usano Yandex. E in Europa?

Carlo. No, sul serio: vi rimane Carlo.

Potrete andare in edicola e comprare La Repubblica. Le monde. Die Welt. El mundo. 
Potrete entrare in biblioteca e sfogliare tra tanti libri. Certo.
Ecco perché mi sembra che quello dei Carlo sia un rosicare dall'invidia. 
Nei tempi pionieristici, quando nascevano i giganti (e per alcune cose siamo ancora in quei tempi), i Carlo erano in giro a dire che loro erano orgogliosi di essere "Old Economy".
A quei tempi, quando loro erano i dominus della finanza, due lire per un progetto di internet non li trovavate. Erano tutti carta stampata: "CD-ROM Multimediale in omaggio" e altre ridicole corbellerie.

Si può sapere di che "posizione dominante" stiamo parlando?
Non è Google che ha una posizione dominante in Europa: è l'Europa che ha una posizione supina su Internet. 
Questa è colpa di Carlo. Di tutti i Carlo. 
Di tutti quelli che hanno comprato e posseduto fior di imprese tecnologiche e non hanno mai voluto mettere i soldi, prendere i rischi e lottare per una posizione decente. 
E' colpa di Siemens che vende la sua divisione cellulari. 
E' colpa di chi ha portato Olivetti al disastro (indovinate qual è il Carlo principale). 
E' colpa di tutto ciò che si è distrutto per arricchire i soliti "capitani coraggiosi", sia in Europa sia fuori.
E' colpa dell' Europa che si dimentica di avere Nokia ed Ericsson ma si incazza se gli toccate l'agricoltura. Provate soltanto a toccare gli interessi degli agricoltori e in Europa si muovono tutti. Distruggete il top delle aziende telco/informatiche europee e se ne sbattono il cazzo. Se solo domani una Monsanto cercasse di vendere OGM in Europa ci sarebbe la rivolta. Apple vende prodotti fatti con gli schiavi cinesi e va tutto bene.

Per come la vedo io, questa sentenza del parlamento europeo è una semplice, riconoscibile, assolutamente chiara ammissione di colpa per tutte quelle volte che si è concesso ai Carlo di (s)vendere o distruggere pezzi delle poche industrie europee. Per tutte le volte in cui ci si è mossi alla velocità della luce per difendere l'agricoltura europea e si è lasciato che i Carlo portassero allo sfascio le industrie europee. 
E per tutti i Carlo che sono rimasti con le mani in mano sino a quando non è emerso il loro stesso cadavere.

"The show must go on": cambierà qualcosa? Non credo. Al massimo Google si spezzerebbe in due, diciamo Google A e Google B, e Google A sarebbe il primo e privilegiato cliente/fornitore di Google B e viceversa. Ma anche se Google A e Google B si separassero davvero, il destino dei nostri Carlo non cambierebbe per nulla.

Per una semplice ragione: 
Il concorrente europeo di Google non esiste.
E non è mai esistito.

Prendete DuckDuck. Prendete Yandex. Sono due motori di ricerca alternativi. Sono piccoli. Sono dedicati a un piccolo mercato. Ma sono vivi. Quindi non è impossibile fare un motore di ricerca che resista. Non dovete per forza essere Microsoft con Bing o Yahoo! (che comunque come società resiste benino).

Ma il concorrente europeo di Google non c'è. Semplicemente non-esiste. E non è mai esistito prima. E la colpa è tutta dei Carlo.
La colpa è di tutti i Carlo che sono così provinciali che sanno di Google, sanno di Microsoft e pensano che se esistono questi grandi allora non ci sia più spazio. Perché i Carlo, abituati a venire aiutati dai governi, non si sono mai preoccupati di essere in tempo sul pezzo. Ma non solo: i Carlo hanno distrutto chi ci provava.

Prendete l'arrivo di Internet in Italia. Telecom all'epoca era la quinta telco del mondo. Non sto scherzando. I primi a connettersi furono i piccoli ISP. Che compravano da tutti, principalmente da UUnet,  la banda necessaria.
Poi, improvvisamente, arriva VOL. Video on Line. Fondata da uno spinoff di Carlo Rubbia (che lavorava al CERN), Soru e Grauso. Il progetto fu così interessante che persino Negroponte se ne interessò e nacque una cooperazione per gli agenti su internet.
Tanto per dire, inventarono un portale. Inventarono IL PORTALE (before it was cool), si costruirono il proprio browser (Tiber), inventarono la webmail con VOLMail e, tanto per gradire, avevano inventato anche un motore di ricerca.

Scusate se è poco. Il guaio era che Telecom Italia all'epoca era, come dire, "incombente". Incombente significava che frenava il mercato imponendo la TUT, la tariffa a tempo. Che poi fu tolta, quando Telecom entrò nel business. Era vagamente ingombrante anche come carrier e come ASP.
Fino al momento dell'acquisizione, "stranamente" i giornali dei salotti bene dipingevano internet come un covo di pedofili, assassini seriali e stupratori.
Risultato: 45.000 utenti internet in Italia, di cui 15.000 a VOL. Ovviamente non bastava. 
Alla fine successe che, come tutto ciò che deve nascere e vivere "col vento contro", VOL dovette arrendersi e fu comprata da Telecom Italia. Ora, stiamo parlando dell'azienda che ha inventato il portale, che ha inventato la webmail, che ha inventato il motore di ricerca (VOLume).




Anno di grazia 1996. 
MILLENOVECENTO-CAZZO-NOVANTA-CAZZO-SEI!
Potete ridere sulla grafica, ma cazzo, era il 1996!

Guardate sopra: "Ricerca", "Email", "Forum e chat". Nel 1996.


Google registra il suo dominio nel 1997. Un anno dopo. 
Google INC nasce nel 1998. E ha bisogno di soldi. Due anni dopo. 
Ma due anni prima, nel 1996, qualcuno ha già il 30% degli utenti italiani ed è di proprietà della quinta telco del mondo. Che i soldi li ha.
Quindi non mi potete dire che non ci fossero le idee. Le idee e le menti c'erano. E non mi potete neanche dire che non ci fossero i capitali. Nel 1996 Telecom era ancora un'azienda forte.

Quindi come mai non abbiamo un Google europeo e un gmail europeo e un qualsiasicosa europeo?

Risposta: 
evidentemente, Telecom Italia è riuscita nel "mirabile" intento di prendere tutte le idee di successo del mondo IT concentrate in una singola azienda e portarle al fallimento. Questo è il punto.

Nemmeno una delle idee di VOL, e col senno di poi erano tutte idee di successo, è stata sviluppata con un minimo di talento imprenditoriale. Con una sola delle idee di VOL, due ragazzini hanno costruito un impero. Poi con la Webmail, inventata da VOL, hanno consolidato. Potrei continuare con la voce del portale di VOL che dice "turismo" e parlarvi di airbnb, dei forum, di VOLftp che vi faceva da proxy ftp, ovvero l'invenzione della CDN prima che fosse cool, ognuna di quelle idee è diventata un OTT.

Ma Telecom, che quelle idee le possedette tutte, non è riuscita a cavarci ragno dal buco. E adesso che fanno? La stessa minestra di sempre: quando il cattivo imprenditore fallisce e non coglie le occasioni, venendo ovviamente superato, si rivolge al governo chiedendo una politica protezionista. Questa legge non cambierà niente, credo. Un cattivo imprenditore rimane incapace. Chi ha avuto tutte le buone idee del futuro in mano e non ne ha fatta fruttare nemmeno una è ancora nel gotha della finanza italiana.

I Carlo che si sono rivolti a Bruxelles falliranno comunque perché sono dei falliti. 
Spero solo che la reazione di Google sia furiosa. 
Spero che a quel punto li schiaccino come meritano, sono ciarlatani incapaci che si fanno chiamare imprenditori e non hanno mai avuto una, che fosse una, idea decente e non  hanno mai saputo portare al successo una nuova idea negli ultimi  quarant'anni anni.
Perché la colpa dello strapotere di Google non è degli americani. La colpa è dei Carlo, di tutti i Carlo.
E' colpa della  loro mediocrità, del loro pensare al passato, del  loro rifiuto di rischiare, del  loro "aspettiamo di vedere chi vince" per poi realizzare troppo tardi che la vittoria altrui sbatte fuori dal mercato. 
Hanno fatto oggi quello che hanno fatto sempre: "Aspettiamo chi vince, poi mettiamo in moto il governo e li costringiamo a dividere la torta".

Non so ancora come reagirà Google ma, se tanto mi da tanto, non solo non dividerà la torta ma  gli sfilerà pure le briciole. 




(L'ispirazione per questo post me l'ha data uno scritto di Uriel Fanelli)



giovedì 18 dicembre 2014

Le tre più belle battute dell'anno 2014 lette in giro...





#battuta2014_1 
Non tirate comclusioni affrettate. Vorrei ricordare che in Italia ci sono 3 gradi di giudizio: Facebook, Twitter e il Bar.



#battuta2014_2 
Ho chiamato il gatto "6g7f1!@5" per esser certo che non mi fottano l'account con la domanda segreta "Come si chiama il tuo animale domestico?"



#battuta2014_3 
"Perché non mangi carne?"
"E' Quaresima, seguo l'esempio di Gesù"
"E per Pasqua che cazzo fai, muori?"






giovedì 4 dicembre 2014

"L'universo non è user-friendly" è solo l'update della "natura matrigna" leopardiana.




Discutendo di computer e al modo di interfacciarsi...





[...]

Tizio: Sappiamo tutti che una vera interfaccia naturale e user-friendly non esiste.
Io: Veramente no. Una vera interfaccia naturale ed user-friendly esiste: non si applica ai computer, o meglio, nessuno è ancora riuscito a trovare un modo per applicarla ma esiste.
Caio: Ah si?
Io: Sicuro. Mai visto un capezzolo? Lo vedi e sai già cosa devi fare. Non c'è bisogno di leggere il manuale. Quello è user-friendly.

Capisco il bacio al lebbroso ma non la stretta di mano al cretino.




Ammazza la moglie, lo scrive su Facebook e prende oltre 300 like...

E poi continuiamo a far esperimenti sugli animali?

lunedì 1 dicembre 2014

(S)valvolati on the road.


Foto di Nimble


Da qualche tempo frequento un forum italiano (sono il collezionista di forum, non lo sapevate? Ecco, adesso sapevatelo!) sui 4x4 made in USA. 
Fra i tanti topic interessanti sulle parti del motore piuttosto che sulla carrozzeria o gli interni e quelli rielativi alla burocrazia o alle officine sicure (di non fregare l'incauto cliente) ci sono alcuni thread particolari: uno chiamato Saloon e quello dei Meeting.
Del primo parlerò poi, il secondo è l'argomento di questo post.

S'indice un pranzo natalizio ai primi di Novembre e, dopo qualche tramestio, s'arriva a trovare data e luogo d'incontro con una partecipazione alquanto importante. Oltre cinquanta "aficionados" con mogli e pargoli si danno appuntamento presso un'accogliente osteria. 

Ho partecipato anch'io seppur con una certa apprensione: nuovo del forum, non mi sono ancora "nerizzato" nei confronti degli utenti, non conosco nessuno personalmente e, non ultimo, avevo l'impressione che potesse essere l'occasione per finire tramortito a parlare di auto, auto e auto.
Si può anche immaginare l'apprensione per la dolce fanciulla che accompagna la mia vita: per lei le auto sono solo un mezzo di spostamento (o quasi).

Ebbene, fatto salvo il momento del ritrovo al di fuori del casello autostradale (che dire? Difficile non parlare di un F250 immenso come altezza/larghezza/lunghezza piuttosto che del RAM della coppia appena iscritta e di come il tuo Tahoe sembri più piccolo di una comune utilitaria) dove ci si comincia a salutare fra un "Da dove arrivi" e "Che mezzo hai", si parla solo di altro. Proprio per il piacere di parlare e conoscersi. 
E farlo sotto la pioggia - che non ha permesso, ahimè, la scorribanda a bordo delle 4x4 più interessanti - aumenta il valore.
Non è facile a farsi e, credetemi, neanche comune tra gli incontri forumistici. Quando ci sono.


Foto di Micky-Vale




Così ti ritrovi a parlare un po' con tutti e un po' con nessuno, ovvio e inevitabile, ma accorgendoti che i "vecchi" fanno di tutto per metterti a tuo agio chiedendoti "Ma voi arrivate davvero dalla Svizzera?" (fossimo arrivati dalla Svezia avrebbe avuto più senso ma le distanze, si sa, sono tutte relative) e "Come sei finito qui?". Cose così e tutte piacevoli. 
Passano decisamente in fretta le ore e in un attimo ti trovi a fra le mani camicia/adesivi, un sacco di "Ciao e arrivederci" e numeri di telefono con cui risentirsi.

Nonché a scrivere sul forum di quanto ci siamo divertiti e che non si vede l'ora di ritrovarsi ancora.