domenica 22 dicembre 2013

Buone feste a tutti.

Il Natale è una cospirazione per far sentire ai single che sono soli.
Armistead Maupin, I racconti di San Francisco, 1978






Il prezzo dei regali di Natale è inaudito. Ricordo un Natale di tanti anni fa quando mio figlio era piccolo. Gli ho comprato un carro armato giocattolo. Costava circa cento dollari, una bella cifra per l’epoca. Era un tipo di carro armato in cui si poteva entrare e che si poteva guidare. Lui invece giocò con la scatola della confezione. Mi ha insegnato una lezione molto importante. L’anno successivo, lui si beccò la scatola e io un whisky da cento dollari.

Johnny Carson




giovedì 19 dicembre 2013

Si torna a teatro. Il teatrante con Franco Branciaroli

Vi presento Branciaroli ne Il teatrante.





Con la messinscena de “Il teatrante”, testo graffiante scritto nel 1985 dal romanziere e drammaturgo austriaco Thomas Bernhard, Franco Branciaroli
riflette sul teatro e sul suo rapporto con la società attraverso la memoria che ne è l’elemento fondamentale.
In un oscuro teatro di provincia, un attore-autore di origine italiana frustrato e megalomane si trova alle prese con uno spettacolo impossibile, stretto tra la propria ambizione – che gli fa scrivere testi deliranti e respingenti – e la necessità della compagnia, composta dalla sua stessa famiglia, più impegnata a sbarcare il lunario che a dare dignità al proprio lavoro. Tra invettive e paradossi sulla vita e sulla morte, sulla società e sulla felicità, in un susseguirsi divertente, il vecchio attore vedrà ancora una volta frustrato il tentativo di portare in scena un testo pretenzioso e non compreso da nessuno.
Nessuna arte come il teatro ha il compito di fare da collante fra sogno e realtà. Come l’uomo è corpo e anima, così la società ha bisogno di senso pratico ma anche di sogni. Il teatro in questo senso è la più completa delle arti. Ma i tempi cattivi sembrano condurre questo millenario sodalizio fra sfera onirica e mondanità verso il definitivo divorzio. Pessimista come nessun altro, Bernhard non dà possibilità di riscatto né al teatro né all’uomo.
Le scene e i costumi dello spettacolo sono della scenografa ticinese Margherita Palli di cui il Teatro Sociale Bellinzona ha ospitato una mostra personale nella scorsa primavera.






Il teatrante di Thomas Bernhard
con Franco Branciaroli, Tommaso Cardarelli, Valentina Cardinali, Melania Giglio, Daniele Griggio, Cecilia Vecchio, Valentina Violo
Produzione: CTB Teatro Stabile di Brescia - Teatro de Gli Incamminati, 2012
Regia Franco Branciaroli
Scene e costumi Margherita Palli
Luci Gigi Saccomandi
Fonte: Teatro Sociale di Bellinzona

venerdì 13 dicembre 2013

Io non vedo e non sento però parlo.



Lo spunto del pezzo di oggi arriva da qui:

La cosa che colpisce è il sottotitolo: Il caso non è isolato e ora autorità ed esperti alzano la voce: "Non c’è più tempo. Dobbiamo intervenire subito"

Ma anche nell'articolo non si scherza: Oggi i bambini a 6 anni hanno già in mano l’iPad. Non possiamo più aspettare. Occorre puntare su un’educazione mirata all’uso consapevole delle tecnologie già alle elementari”.  Daniele Parenti  (esperto svizzero di nuove tecnologie ed educazione, nota del Nero)  insiste sul coinvolgimento degli adulti. “La scuola non può fare miracoli. Sono anche i genitori a dovere fare la loro parte. E a doversi attivare anche a livello di prevenzione. Alcuni operatori, ad esempio, consentono di impostare determinati filtri sulla propria rete internet casalinga. Questo può permettere alle famiglie di gestire diversamente l’accesso dei loro figli a siti ritenuti pericolosi”.


Voglio riassumere la mia sensazione specifica  riguardo al fatto che ci siano milioni di foto di bambini e adolescenti in circolazione: il fenomeno si diffonde perché alle famiglie non frega nulla dei loro figli. 
Giravano (lo so perché per lavoro una volta ho dovuto cercare prove  informatiche in un caso di presunta pedofilia) e in parte girano ancora per le scuole e nei gruppi di adolescenti  alcuni speciali numeri telefonici. Si tratta di numeri di telefono ai quali basta inviare una fotografia di se stessi,  nudi davanti allo specchio. Inviando tale immagine il minore - spesso un bambino - riceve  in cambio una ricarica telefonica.  Esistono due possibilità: l'invio della semplice foto rimane "privata" oppure la foto/video (chi non ha una webcam?) finisce su internet nei circoli viziosi di chi ama  tali riprese.
Le cifre sono medio basse in partenza, poche decine di franchi. Ma se si tratta di coppie di amiche-ici disposte a prodursi in atti più o meno sessuali si arriva a valori di diverse centinaia di franchi. Ci sono poi fenomeni di adolescenti che si offrono su siti di peep-show  - sempre le webcam  - di fronte ad adulti che pagano per far fare loro cose più o meno porno.

Eccoci all'origine delle fotografie o dei filmati. Molti - non solo in Svizzera -  si illudono che la stragrande maggioranza di queste immagini sia di bambini dell'est o asiatici che vengono abusati e fotografati in pose porno. Le cose sono un poco diverse, fatevi coraggio e guardate qui:

Update: su consiglio delle autorità ho tolto il link.

E' una query con  Google (esiste anche per i gay) per far capire che basta pochissimo - uno specchio, un corpo e un telefonino - per far scattare  l'orrendo e lucroso commercio. Questo fenomeno  si propaga sino ai ragazzini di  scuole medie ed elementari perché basta abbiano un cellulare. 

La SIM è il ponte che permette la diffusione di questi speciali numeri tra i minorenni  che rappresentano la fascia più ampia, nel senso che si tratta di una "zona" culturale nella quale l'offerta e la domanda si incontrano. Da un lato ci sono i minori che vogliono la ricarica del telefono, dall'altro ci sono i pedofili che pagano. C'è anche la fascia di comportamenti simili in palestra, piscina, oratorio  dove i ragazzi vengono lasciati nelle mani di persone che possono avere voglia di fotografarli e vendere fotografie a qualcuno.  Ma  stiamo divagando.

Possono fare qualcosa i genitori? Diciamo che sino a quando si usa una SIM per il traffico il consiglio  è di dare una POST pagata ai figli, in modo che dalle fatture si possa controllare il traffico ed eventuali ricariche periodiche  o sospette.  Perché, lo ripeto,  in realtà si tratta di fenomeni ove l'offerta incontra volontariamente la domanda.
Diverso, e mi ripeto di nuovo ma lo ritengo necessario, è il  caso colf-baby sitter-operatori scolastici dell'infanzia: le vittime sono bambini che hanno tutto il diritto di essere poi ascoltati e seguiti con attenzioni particolari.
Se vostra figlia a 14 anni è disposta di vendere fotografie mentre lecca la patata a una sua amica, il problema non è che le fotografie finiranno ad alimentare un commercio sporco. Quelle sono le conseguenze del problema. Il problema è che vostra figlia è una troietta e voi non state facendo niente per evitarlo, anzi: non ve ne siete neanche accorti.

O meglio ancora: ai genitori la cosa non interessa. No, non sto scherzando. Andate a vedere quanti genitori sono presenti alle riunioni organizzate per  capire e affrontare il problema nella scuola stessa o presso altri centri. La pura e semplice verità è che qualsiasi cosa è sempre più importante "di là, di qua, lassù, laggiù", più importante di conoscere i pericoli che corrono i propri figli. Perché la media pensa che si tratti di pericoli che  riguardano i figli degli altri.  Purtroppo sono tanti, tantissimi e molto disinvolti: ci sono orde di giovani mignotte e piccoli marchettari che non solo si vendono ma si propongono  ai raccoglitori di foto e filmati. Se i genitori fossero  davvero  interessati al fenomeno, probabilmente il problema sarebbe risolvibile. 

Solo che i genitori hanno (generalmente) questa successione di pensieri:
Io il figlio l' ho fatto e le mie responsabilità finiscono lì. 
Adesso tocca allo stato, alla scuola, alla polizia e alle aziende telefoniche e quelli che gestiscono internet fare il resto. 
La mia parte era metterlo al mondo il pargolo. Quello che viene dopo sono tutti cazzi di altri.

Senza contare quelli che  pensano anche:
Mia figlia/mio figlio  sono diversi. 
Sono cose che succedono solo in famiglie disastrate, di immigrati,  in famiglie dove c'è  sottocultura e comunque in certe classi sociali di disperati. 
Mia figlia/o non c'entra. Siamo brave persone e rifiuto di pensare che possa succedere a me.

La mia personale opinione è che non freghi un cazzo a nessuno.
E quindi queste porcherie accadono. 
Dietro tutta l'immagine della famiglia simil mulino bianco, c'è il disinteresse più assoluto e il "non ho tempo per". 

Rifarsi le tette è più importante.

mercoledì 11 dicembre 2013

La rivolta dei lemming.

Premessa: sono in un periodo piuttosto incasinato (a qualcuno le festività piacciono perché vanno in vacanza, a me no perché sistemo i casino mentre gli altri vanno a divertirsi) e quindo con poco tempo per il blog.
Oggi però ho letto un post che riporto integralmente qui: rispecchia fedelmente il mio pensiero. Buona lettura.




Ci sono diverse contraddizioni nel modo di vedere le cose nel movimento dei forconi, nel senso che assomigliano molto a quei cartoni animati ove il protagonista sega il ramo su cui è seduto, per poi precipitare nel vuoto. Non mi riferisco tanto al fatto che agricoltori, trasportatori e edili abbiano goduto di cospicue esenzioni fiscali - e continuino a goderne oggi - dal prezzo facilitato per il gasolio ad altri trattamenti fiscali ad hoc, ma al fatto che abbiano anche loro la panacea "usciamo dell'euro".

La prima contraddizione è molto semplicemente che si tratta di categorie che non esportano moltissimo. Gli autotrasportatori sono legati al costo del gasolio, dei carburanti, dei ricambi per il camion, e quando escono in trasferta il cambio verso eventuali monete straniere li uccide. Gli stessi agricoltori esportano nella UE, ed uscendone si troverebbero con dei dazi doganali che faciliterebbero prodotti analoghi da Spagna e Grecia. I negozianti non esportano, ma soffrono del cambio perché comprano prodotti esteri, e gli edili esportano ancora meno.
Per quale ragione essi debbano chiedere l'uscita dalla UE e la svalutazione della moneta, che invece fa comodo alle aziende esportatrici (che non sono in piazza) mi riesce del tutto incomprensibile: stanno chiedendo una misura che li condurrebbe alla rovina. Due paesi, anzi tre, Spagna e Grecia, producono molto di quanto produce l'agricoltura meridionale, e molto del sud francese è concorrente degli agricoltori del nord italia. Una volta fuori dalla UE, non ci sarebbe più protezione comunitaria per il DOC e il DOCG, e quindi il "Parmesan" diventerebbe facilmente "Parmigiano".
La misura di uscire dall'euro per svalutare semmai faciliterebbe le aziende che oggi esportano molto, ma quelle aziende vanno bene, e le esportazioni marciano a gonfie vele; la stessa economia europea è un'economia fortemente esportatrice, quindi non si può nemmeno dire che l' Euro stia rappresentando un problema: i fatti mostrano il contrario; ad andare male è il mercato interno, principalmente quello del lavoro, e non le esportazioni, che invece stanno reggendo l'economia.
D'altro canto, anche la storia di uscire dall'Euro e fare un "euro del sud" non è una proposta italiana. è una proposta TEDESCA. Sin dall'inizio dell'unificazione, i tedeschi si sono SEMPRE opposti ad avere Italia, Grecia, Spagna e Portogallo dentro l'Euro, proponendo un euro a due velocità. Ma all'epoca erano i paesi del meridione europeo ad opporsi considerandolo un insulto.
Potete trovare le prove di quanto dico, se avete memoria corta, semplicemente cercando negli archivi dell'epoca:

Per esempio qui: 
"La Germania è uno dei pochi Paesi europei che il ministro del Tesoro italiano non ha toccato durante il fitto giro di consultazioni estive organizzato per preparare quest' incontro. Ed è un Paese importante perché scettico di fronte ai progetti comunitari. è di due giorni fa l' ennesima sortita del governatore Poehl contro la moneta unica: prendiamo tempo, sostiene il responsabile della Bundesbank. Prima di pigiare l' acceleratore sul progetto europeo è bene che tutte le economie Cee siano convergenti. La tesi tedesca, studiata ancora una volta ieri a Brema dai vertici della Bundesbank, non è nuova. (...) Più tardi, il presidente della Commissione Cee ha detto che bisogna portare avanti l' unione monetaria (Non ci possono essere mezze misure), che la futura moneta unica non può essere una divisa già esistente e che l' idea tedesca di un' Europa a due velocità è un falso problema."

Chi ha corta memoria, o forse è in cattiva fede, cerca invece di dirvi che sia stata la Germania a volere l'Italia nell'Euro, quando LORO avevano (pre)detto il problema MOLTO tempo prima che ve ne accorgeste VOI. Ma ancora:


"Il governatore tedesco parla a Monaco. Si domanda se la creazione di una banca centrale unica e di una moneta unica siano veramente indispensabili. Ribadisce che le economie (e soprattutto il tasso di inflazione) dei vari partners devono essere più omogenee di quel che sono. (...) L'idea di una Europa delle monete a due velocità con l' Italia in serie B, oggetto lo scorso giugno di una dura polemica a distanza Roma-Bonn, sembra riemergere. Stavolta, la nuova sortita tedesca è accolta con freddezza dalle autorità italiane, padrone di casa del prossimo Ecofin. Le fonti ufficiali ricordano che a Poehl è sempre piaciuto il gioco di contrappunto. Notano che le sue parole riflettono la tradizionale preoccupazione tedesca per la stabilità dei cambi in presenza di un' unità monetaria, e per la più completa autonomia della banca centrale del futuro. Poi aggiungono: il documento che Poehl leggerà all'Ecofin, nella sua veste di presidente dei governatori Cee, appena trasmesso ai Dodici, è di tutt'altro tenore ed è soddisfacente. Comunque sia, la Germania nicchia. E per di più pare schierarsi al fianco degli inglesi, da mesi impegnati in un intenso lavorio diplomatico per sponsorizzare la controproposta-Major, con numerosi incontri bilaterali in tutta Europa, Italia compresa. Al prossimo Ecofin, una riunione informale con tanto di gita ai Castelli Romani e tour turistici per le signore, la spaccatura tra i Dodici potrebbe consolidarsi, l' asse Londra-Bonn anche.Ma le autorità italiane si dicono decise a non farsi cogliere impreparate. Il ministro Carli, per tutta l' estate, ha continuato a viaggiare nelle diverse capitali europee, (Dublino, Copenaghen, Bruxelles e, ieri l' altro, Madrid e Londra), per sondare gli umori dei suoi colleghi. Il governatore Ciampi vuole porre sul tavolo delle discussioni i progressi e gli impegni rispettati dall' Italia in fatto di monete: piena libertà dei movimenti di capitale, ingresso della lira nella banda stretta dello Sme. Il paese ha un grosso deficit pubblico, e questo è senz'altro un handicap, un vincolo allo sviluppo del suo ruolo politico. Ma sotto il profilo monetario le cose vanno."

Insomma, i tedeschi NON vi volevano. Non volevano l'Italia,e  proponevano già LORO quella che oggi i venditori di fumo spacciano come la panacea di tutti i mali: l'euro meridionale che svaluta. Così, oggi un branco di coglioni senza memoria, o in cattiva fede, pensa di spaventare la Merkel andando a proporre una tesi tedesca che è SEMPRE stata la tesi tedesca, e che è ciò che loro sostenevano sin dall'inizio. E non è vero che i finanzieri e la Bundesbakn fossero d'accordo:


"Non stupisce, perciò, che per il severo ministro tedesco, spalleggiato dalla Bundesbank, la lira sia sin d' ora esclusa dal club delle monete virtuose: i suoi vizi strutturali ne farebbero un fattore inquinante."
E ancora:


"Mi hanno molto colpito alcune corrispondenze sull' atteggiamento dei cittadini tedeschi nei confronti della moneta unica europea. Un atteggiamento in via generale piuttosto tiepido, ma che diventa largamente negativo quando viene ventilata la partecipazione del nostro Paese alla pattuglia di testa: "Mai insieme all' Italia", l'Italia del debito pubblico ingovernabile, della politica rissosa e farsesca, dell' inaffidabilità e dell'incompetenza amministrativa, della corruzione, dell' illegalità, della mafia e delle organizzazioni criminali. Le dichiarazioni di Theo Waigel. un politico del partito di maggioranza prima che un membro del governo. fanno il paio con analoghe affermazioni di Rudolf Scharping, il capo dell' opposizione ed entrambe si spiegano sulla base di questo atteggiamento radicato nell' opinione pubblica tedesca."
In pratica, non esisteva NESSUNA forza politica che vi voleva nell'EURO. NESSUNO, in Germania, ha mai fatto entrare l' Italia per svalutare l'euro ed esportare di più. E chi mente sapendo di mentire può essere facilmente smentito con una ricerca su Google, ovvero sulla "rete", che secondo Grillo ti smerda subito, tranne quando smerda Grillo.

Ora, le domande che vengono spontanee sono due:

Per quale ragione categorie che esportano poco e solo dentro il quadro normativo UE premono per uscirne? Non si rendono conto che uscire dall'euro e svalutare aiuterebbe ALTRE aziende ma non loro, che esportano poco ma importano molto? Non si rendono conto che il loro problema SIA un problema di mercato interno e non di esportazioni?
La seconda domanda è: qualcuno sta raccontando che la Germania voglia da sempre l' Italia e i paesi deboli nell'Euro per spennarli, quando in realtà si sono opposti sin dall'inizio, indicando con lucidità feroce quei punti per i quali la cosa NON si doveva fare. Troppe differenze, troppe disarmonie.
Che cosa succederà quando vinceranno gli euroscettici. Che questi signori andranno dalla Merkel a dire che non vogliono più stare nell'euro, e che vogliono una moneta che sino agli anni novanta i giornali italiani chiamavano "di serie B". Il loro cervello, cotto dalla propaganda, non conosce ovviamente la verità,ovvero che si stanno presentando in casa tedesca con una proposta tedesca. Se dovessi cercare degli agenti del governo tedesco in Italia, indicherei onestamente proprio gli "euroscettici", dal momento che stanno lavorando perché si attui il vecchio programma dell'Euro, ovvero stati nordici dentro l' Euro, meridione d'europa con l' Euro di serie B che svaluta in continuazione, e ovviamente un differenziale di cambio alla dogana, con tanto di riserva forex tra Euro-A ed Euro-B. Così, dicevo, gli smemorati a comando di Grillo e i falsificatori si presenteranno in casa tedesca dicendo "ehi, bastardi, noi vogliamo avere l'euro a due velocità, e non quell' Euro mostruoso che avete voluto voi!". la Merkel guarderà negli occhi il presidente della Bundesbank, ringrazierà interiormente Dio per aver creato i fessi, e dirà "e va bene, maledetto mazinga! Mi hai sconfitto! Avrai l' Euro a due velocità come vuoi!." Grillo uscirà dall'incontro sorpreso di quanto facile sia stato ottenere quello che voleva LUI, e non capirà di aver dato ai tedeschi quello che avevano SEMPRE voluto, e che hanno chiesto e che chiedevano sin dall'inizio. Come posso spiegare la stupidità di gente che si reca in casa del "nemico" chiedendogli di fare, finalmente, ciò che il "nemico" ha sempre chiesto di fare, e considerandola una vittoria PROPRIA? Cosa succederebbe, e cosa probabilmente succederà, è ovvio:

Nessuno dei paesi nordici, che sono SEMPRE stati per un euro a due velocità, avrà nulla da obiettare. I nostri eroi avranno la sensazione di sfondare una porta aperta. Una volta tolti dalle palle i paesi dell'europa meridionale, i tedeschi avranno la forza di imporre Euro-B ai rimanenti paesi nordici recalcitranti, unificando di fatto l'area che gravita attorno al mare del nord, includendo con facilità la vecchia EFTA. Un club per paesi nordici dal welfare ipertrofico.
Draghi verrà cacciato a calci dalla BCE, che si trova in Germania, e verrà in futuro presieduta da un tedesco o al massimo dal presidente di uno stato membro dell' Euro-A. A quel punto potranno praticare la vecchia politica pre-schroederiana per la rivalutazione dei risparmi mediante banking locale.
L' Euro-B svaluterà, uccidendo le aziende che non esportano e uccidendo i consumi interni, per tutti i beni che provengono dall'estero. Le aziende che esportano in UE si troveranno col differenziale di cambio da pagare alla frontiera, più il costo di rischio, e si troveranno la dogana. Dogana superabile semplicemente spostando la produzione  in una zona ad euro forte. Le aziende con due basi compreranno dalla sede ad euro forte e venderanno dalla sede ad euro debole, sino a quando per avere il fido nel paese ad euro forte sposteranno la fabbrica lì. Entro due anni, la produzione di aziende dei paesi meridionali sarà tutta nella zona Euro-A. 
La svalutazione produrrà immediatamente una crescita del 30% del cambio per le importazioni, ma poiché le esportazioni dipendono da fattori logistici e dall'elasticità del mercato, forse l'aumento raggiungerà il 10%, ad essere ottimisti. La logistica dei canali di distribuzione(stock, trasporto, distribuzione, marketing) che va fatta nei paesi di destinazione aumenterà di prezzo, svantaggiando le aziende italiane: potete esportare più di quanto possiate trasportare, forse?
Perché dico che i due euro sposteranno la produzione nelle aziende ad euro forte? Perché ovviamente comprare le materie prime e i servizi usando un euro forte è più conveniente. Ma poi, per vendere è più conveniente l'euro debole.

Ma un'azienda che sta con un piede in due zone, come realizza il profitto, dal momento che ci sarà un costo di cambio ed un costo di rischio? Semplice: essi faranno fare la parte pregiata e breve della produzione nella zona ad euro forte, dove i servizi avanzati ed i materiali pregiati si comprano facilmente. Poi invieranno la merce nel luogo ad euro debole, fatturandosela in dollari o altre monete,  ove realizzeranno le parti che dipendono dal costo del lavoro di lavoratori poco specializzati  e da materiali di basso costo, finendo la lavorazione e realizzando la spedizione. Il flusso di soldi e il differenziale tra Euro-B ed Euro-A, a quel punto, svaluterà continuamente l' Euro-A e rivaluterà verso l' Euro-B lo stesso Euro-A, portando ad una continua svalutazione di Euro-B. Alla fine del processo, ogni prodotto straniero costerà così tanto che nessun produttore rimarrà a comprare materie prime pregiate e servizi pregiati nella zona B. Andranno tutti a produrre nella zona A: nella zona B rimarranno le lavorazioni meno pregiate che si fanno con materiali meno pregiati, per ovvie ragioni logistiche.
Stiamo parlando della distruzione del tessuto industriale pregiato a favore di lavorazioni poco pregiate, di basso costo, a basso stipendio. Di una vita da straccioni sottopagati. Il mercato interno, ovviamente, sarà ucciso. Pensate ai negozianti: non appena svaluterete l' Euro-B, o la Lira, del 30%, TUTTO quello che comprano dall'estero, sarà del 30% più caro. Una tassa del 30% sui consumi è quel che ci vuole, eh? A proposito, qualcuno vi ha promesso che GLI STIPENDI cresceranno del 30% se la lira svaluta del 30%? Sperate che sia compreso nel prezzo, perché se la lira svaluta ma gli stipendi NON crescono, vi troverete a pagare il 30% in più su OGNI cosa che viene dall'estero, SENZA avere uno stipendio più alto. Del resto, voi pensate che svalutando del 30% le esportazioni crescano del 30%, ma le cose NON stanno così: questo dipende principalmente dalla domanda, ovvero dall'elasticità del mercato. La gente non mangia 100 grammi di pasta in più se costa il 30% in meno. L'elasticità del mercato è influenzata dal prezzo, certo, ma non con una legge lineare:

http://en.wikipedia.org/wiki/Price_elasticity_of_demand solo in un mondo ideale essa è lineare con una proporzione 1:1, mentre nel mondo reale NON LO è, perchè la proporzione varia. Per i generi ove la domanda non è elastica, il prezzo NON cambia nulla, per fare un esempio.

Ma come potete vedere, le revenues non aumentano in maniera lineare con la domanda: il che significa che NON SEMPRE esportare ancora di più vi darà ricchezza! Così veniamo ai lemming: nel 2013 uscire dall'euro non è pensabile. Era pensabile prima, sino a prima della crisi dei debiti, e subito dopo la crisi del credit crunch, ma oggi non lo è più. Oggi è un suicidio. Ed è esattamente il suicidio che commetterete. Non avete bisogno di nemici. Tutti questi signori che secondo voi combattono contro le trame nascoste dei tedeschi, in realtà stanno realizzando quell'Euro a due velocità che i tedeschi hanno chiesto SIN DALL'INIZIO. Potete fare altre ricerche sui giornali del periodo, e potrete vedere voi stessi, che erano i tedeschi a volere l' Euro a due velocità e i paesi del meridione a volere quello unico: i link che ho postato, raccolti da un lettore del blog (grazie!) sono solo una piccola parte.
I lemming senza memoria si getteranno dal precipizio sorridendo, credendo di fare un graaaaande dispetto ai tedeschi, e solo perché sono così accecati dall'idea di fare un dispetto ai tedeschi da non chiedersi SE CONVENGA A LORO. Cosa ne penso personalmente? Penso che ci sia bisogno di una strage di lemming. Sul serio. Qualcosa che rimanga nella memoria.

Uno stagista di 23 anni qui, parlando di politica, mi diceva che non importa davvero di che partito sei, visto che se il tuo governo fa delle cazzate, poi le bombe cadono in testa a tutti. è il ricordo di Hitler: i nazisti hanno voluto la guerra, ma le bombe sono piovute in testa a tutti, e dire "ma io non sono nazista" non cambiava niente. Mi ha impressionato, perché quando sento dire "ma io non votavo Berlusconi", o "dillo agli elettori di Berlusconi/Sinistra/M5S", mi sembra che il concetto non sia presente nella politica italiana.

Non c'è un "loro" e un "noi": se la decisione che prendete come nazione è una cazzata, le conseguenze le pagano tutti. Le bombe, cioè, non caddero solo sui nazisti.

è un concetto che in Italia manca perché l'Italia non ha mai pagato l'indifferenza con una distesa di macerie fumanti. E sospetto che quel momento sia entrato in una specie di memoria collettiva, e che sia chiaro a tutti che anche se "è tutta colpa dei nazisti", le bombe cascano su tutti, così è meglio stare MOLTO attenti a quel che fa il governo. Credo che questa follia vi porterà al disastro. E paradossalmente, credo che nel lungo termine il disastro sarà un bene, perché vi insegnerà che a perdere la memoria, ad agire ascoltando solo la pancia, si finisce male. E penso che solo una distesa di macerie vi insegnerà la lezione.

Penso che stiate si, andando a realizzare quell'Europa a due velocità che trasforma il meridione in una distesa di miseria e aziendine che devono accettare prezzi da fame e condizioni di lavoro disumane, mentre qualcun altro compra caviale in moneta pregiata. Situazione che era il piano iniziale dei tedeschi, che volevano far fuori le aziende italiane sbattendo le loro banche di riferimento in una zona valutaria instabile.


Andrete festanti e vittoriosi ad annunciare alla Merkel, che ha già lo champagne in frigo, che VOI volete l'Euro a due velocità, o addirittura uscire del tutto, per svalutare. Vi stupirete della facile "vittoria", glorificandovi come grandi guerrieri rivoluzionari. Non sentirete il rumore dello champagne stappato nel nord europa, ove si è SEMPRE voluta, e i giornali del 1995 mi sono testimoni, un'europa a due velocità. Poi arriverà, come sempre, il conto.


E le bombe cadranno su tutti, ovvero, nessuno sfuggirà alle conseguenze, che sia d'accordo o meno. Spero almeno che questo vi insegnerà la lezione. 

Uriel

venerdì 6 dicembre 2013

Il vero programmatore




Tornando indietro ai vecchi e gloriosi giorni dell'informatica primordiale era relativamente facile distinguere tra veri uomini e ragazzini (nella letteratura classica [1] la distinzione è tra "veri uomini" e "mangia-Quiche"). 

Durante quei tempi i Veri Uomini erano gli unici che si intendevano di computer, gli altri (i ragazzini o "mangiatori di Quiche") erano quelli che di computer non se ne intendevano...
I Veri Uomini dicevano cose come "DO 10 I=1,10" o "ABEND" (ovviamente parlando in lettere maiuscole, mi sembra ovvio), mentre il resto della gente diceva semplicemente che i computer erano cose troppo complicate per loro...(sempre il lavoro [1] dice appunto che non esistono cose troppo complicate per il vero uomo...).

Ma, come in tutte le cose, i tempi cambiano, adesso viviamo in tempi in cui anche le vecchiette hanno dei computer dentro i loro forni a microonde, in cui qualunque Vero Uomo può essere battuto da un ragazzino di 12 anni in qualunque videogioco, in cui chiunque può comperare, usare e capire un computer. Il Vero programmatore rischia di intraprendere la via dell'estinzione, sopraffatto da universitari che basano la loro vita su Mouse ed Icone...

E' perciò necessario stabilire una netta distinzione tra Il Vero Programmatore ed un universitario giocatore di Pac-Man... Se questa distinzione sarà chiara questi giovani inesperti potranno avere un modello guida, un padre spirituale a cui ispirarsi. Inoltre sarà possibile spiegare ai datori di lavoro perché non è ne necessario ne giusto sostituire dei Veri Programmatori con dei giocatori di Pac Man, anche se il risparmio sugli stipendi sarebbe considerevole...


LINGUAGGI


Il sistema più rapido e sicuro per distinguere un Vero Programmatore dal resto del mondo è considerare il linguaggio che usa: il Vero Programmatore programmava in FORTRAN, mentre ora programma in C. I mangiatori di Quiche programmano in Pascal. Da questo si deduce che sicuramente Niklaus Wirth era un mangiatore di Quiche e NON un Vero Programmatore.
Ad un Vero Programmatore non servono tutte le strutture ed i meccanismi del pascal, un Vero programmatore può essere felice con un perforatore di schede o un terminale a 1200 baud, un C a standard K&R (ANSI... a che serve, il K&R è fin troppo chiaro...), e una birra...
A proposito, Kerningan e Ritchie sicuramente erano dei Veri Uomini... probabilmente anche dei veri programmatori...

  •  Il Vero Programmatore processa liste in C
  •  Il Vero Programmatore processa numeri in C
  •  Il Vero Programmatore manipola stringhe in C
  •  Il Vero Programmatore elabora programmi di IA in C
  •  Il Vero Programmatore fa contabilità in C
  •  Il Vero Programmatore fa TUTTO in C


Se per caso il C non fosse sufficiente il Vero Programmatore lavorerà in assembler, se neppure questo fosse sufficiente allora il lavoro non è fattibile, ma la cosa è impossibile, un Vero Programmatore in C ed assembler può fare TUTTO, per definizione.



PROGRAMMAZIONE STRUTTURATA


Gli accademici negli ultimi anni hanno stabilito, dall'alto delle loro cattedre, che un programma è più facilmente leggibile se il programmatore utilizza particolari tecniche, strutture e costrutti. Ovviamente essi non sono d'accordo su quali questi costrutti e queste tecniche precisamente siano, e perciò le loro teorie sono discordanti ed erratiche. In questo modo solo alcuni mangia-Quiche si lasciano convincere dai loro assiomi. Un tipico lavoro del mondo reale (e non un lavoro teorico da università) è di prendere un sorgente di 100.000 o 200.000 linee e farlo andare il doppio più veloce. In questo caso qualunque Vero Programmatore vi potrà dire che la programmazione strutturata non serve a nulla, quello che in realtà serve è del talento....

Alcune rapide considerazioni del Vero Programmatore sulla programmazione strutturata:

  • Il Vero Programmatore non ha paura di usare GOTO
  • Il Vero Programmatore può scrivere un ciclo DO lungo 5 pagine senza fare confusione.
  • Il Vero Programmatore usa i costrutti CASE basati su calcoli aritmetici, essi rendono un programma più divertente.
  • Il Vero Programmatore scrive del codice automodificante, soprattutto se questo può salvare 20 nanosecondi all'interno di un ciclo.
  • Il Vero Programmatore non ha bisogno di commenti, il codice è gia autoesplicante a sufficienza.


Dopo aver parlato di programmazione strutturata si è anche parlato molto di strutture di dati. Tipi di dati astratti, stringhe, liste e chi più ne ha più ne metta...Wirth (il mangiatore di Quiche menzionato poco sopra) ha scritto un intero libro [2] tentando di dimostrare che si può scrivere un intero programma basandosi solo sulle strutture di dati. Come ogni Vero Programmatore sa invece l'unica struttura che serve VERAMENTE è l'array, dato che tutti gli altri tipi di dato altro non sono che sottoinsieme limitati di questi... e dato che sono limitati egli usa solo puntatori, soprattutto se questi rendono possibile bombare irrimediabilmente il computer, se no dove starebbe il divertimento????



SISTEMI OPERATIVI


Che SO usa un Vero Programmatore ???
Unix??? Noooo, Unix è qualcosa di simile a quello che si aspetta un vero Hacker, dato che qualunque Vero Programmatore non trova alcun divertimento nel tentare di indovinare come cavolo il comando PRINT viene chiamato questa settimana...La gente non fa lavori seri su Unix, lo usano soprattutto per fare adventure, modificare Rogue e mandarsi il tutto via UUCP.
MS-Dos??? Già meglio, crittico quel tanto che basta, facile da modificare, se ce ne fosse necessità, facile da bombare, con tante cose sconosciute e strane...
Una cosa sicuramente possiamo dire:
  • Il Vero Programmatore non usa il mouse e le icone, infatti il Vero Programmatore non capisce perché mai per compilare un programma uno debba staccare le mani dalla tastiera e cliccare su un menu quando è tanto semplice battere 
    CL pippo.c -k -iC:\all -q -w -e -r +t -y +cvb +f -g +g +p =l /f /a /s


In ogni caso il Vero Programmatore ha una sola nostalgia: il sistema IBM OS/370. Questo era infatti il SO che qualunque Vero Programmatore vorrebbe veder implementato su TUTTI i computer del mondo. Un Vero Programmatore sa che se vede comparire l'errore IJK3051 basta andare a vedere nel manuale del JCL per capire cosa è successo...
Un Grande Programmatore poi saprà i codici a memoria, mentre un Grandissimo Programmatore potrà trovare l'errore osservando 6 mega di dump senza neppure usare un calcolatore esadecimale...
l'OS/370 è VERAMENTE un SO potente, infatti è possibile distruggere giorni e giorni di lavoro con la semplice pressione di un tasto. Questo incoraggia l'attenzione sul lavoro e forma una mentalità che servirà in futuro, quando per distruggere giorni di lavoro saranno sufficienti tre tasti...



TOOL DI PROGRAMMAZIONE


Quali tool di programmazione necessita realmente un Vero Programmatore?
In effetti, come detto prima sono sufficienti un terminale a 1200 baud o un lettore di schede perforate, ma anche una semplice tastiera esadecimale sarebbe già più che sufficiente.
Ma purtroppo adesso i computer non hanno più tastiere esadecimali, come pure non hanno più quei magnifici pannelli frontali pieni di lucine e tastini che facevano tanto futuro...
I primi veri programmatori sapevano a memoria l'intero settore di boot dell'hard disk, e lo potevano riscrivere a memoria ogniqualvolta che il loro programma lo rovinava...
La leggenda narra che Seymore Cray (creatore del Cray I) scrisse il SO del primo CDC7600 usando il pannello frontale del computer la prima volta che questo venne acceso. Senza bisogno di dirlo Seymore era un Vero Programmatore. Uno dei migliori Veri Programmatori che abbia mai conosciuto è un sistemista della Texas Instrument. 
Una volta rispose alla telefonata di un cliente a cui si era bombato il sistema durante il salvataggio del lavoro. Il Vero Programmatore rimise a posto tutto facendo scrivere le istruzioni per terminare il lavoro di I/O sul pannello frontale (allora c'erano ancora), riscrivendo i dati rovinati in esadecimale e facendosi dire i risultati per telefono. La morale della storia è che se un tastierino ed una stampante possono far comodo un Vero Programmatore può arrangiarsi anche con solo un telefono...

Un altro tool fondamentale è un buon text editor. Molti dicono che il migliore sia quello della Xeros di Palo Alto, ma, come già detto, il Vero Programmatore non parla al suo computer attraverso un mouse.
Altri preferiscono EMACS o VI, ma in effetti il concetto di WYSYWYG (quello che vedi è quello che ottieni) si applica ai computer malissimo, così come si applica alle donne...
Quello che un vero programmatore vuole è in effetti qualcosa di più complesso, che implementi la filosofia del "You asked for it, you got it !!!" (YAFIYGI, avrai solo quello che chiedi). Insomma, l'editor perfetto è il TECO. Alcuni hanno osservato che una linea di comandi per TECO assomiglia molto di più al rumore sulle linee telefoniche che ad una linea di comandi e in effetti uno dei giochi più divertenti da fare è quello di scrivere il proprio nome sulla linea di comando e vedere cosa succede... Inoltre ogni piccolo errore avrà come risultato quello di distruggere il vostro programma o, peggio, di introdurre subdoli errori che saranno in seguito difficilmente rintracciabili... Per questa ragione un Vero Programmatore è molto riluttante a editare un programma funzionante per dargli gli ultimi ritocchi. E sempre per questa ragione un Vero Programmatore trova più semplice fare le modifiche finali utilizzando un programma come lo Zap. Alcuni Veri Programmatori utilizzano lo Zap stesso come editor, ma è forse esagerato...
Procedendo su questa linea il risultato è che tra il codice sorgente e quello che in effetti c'è scritto su disco c'è una discrepanza sempre maggiore, con il risultato che il lavoro è sempre più sicuro, perché solo un Vero Programmatore potrà lavorarci sopra in modo proficuo, nessun mangiatore di Quiche potrà fare manutenzione, minimizzando così i rischi di malfunzionamenti ulteriori del programma. Questa è SICUREZZA....

Altri tool importanti sono le documentazioni su cui il vero programmatore basa gran parte del suo lavoro:

  • Il Vero Programmatore non legge mai i manuali introduttivi, bastano ed avanzano i Reference Manual.
  • Il Vero Programmatore ha imparato il C sul K&R, qualunque altro testo è inutile e deviante.
  • Il Vero Programmatore se possibile legge i manuali in lingua originale, anche se questo a volte pone dei problemi di reperibilità.
  • Il Vero Programmatore non colleziona libri di raccolte di algoritmi. Questo perché e più lento cercare l'algoritmo in 3000 pagine di manuale che scriverlo al volo.
  • Il Vero Programmatore non ha bisogno di manuali sull'assembler, sono sufficienti i data sheet dei microprocessori.
  • Il Vero Programmatore non scrive MAI i manuali dei programmi che fa, non ne ha il tempo materiale.
  • Il Vero Programmatore generalmente ha da qualche parte la documentazione completa del SO su cui lavora, pubblicata dalla casa che ha fatto il SO, ma sa che SICURAMENTE nelle 3500 pagine che in media compongono la documentazione non troverà quello che cerca. Se nelle vicinanze del terminale sono presenti più di 5 manuali ci sono delle forti probabilità che NON sia un Vero Programmatore.


Alcuni Tool NON usati da un Vero Programmatore:

  • Preprocessori di linguaggio.
  • Traduttori di linguaggio
  • Full Screen Debugger a livello sorgente. Il Vero Programmatore è in grado di capire quello che dice il Debug...
  • Compilatori ottimizzanti. L'ottimizzazione del programma scritto dal Vero Programmatore è già il massimo, e perciò altre modifiche non farebbero altro che peggiorare la situazione.



IL LAVORO DEL VERO PROGRAMMATORE


In generale il Vero Programmatore non fa lavori semplici come gestione di indirizzari o programmi gestionali, ecco alcuni dei lavori più adatti ai veri programmatori:

  • Il Vero Programmatore scrive programmi per la simulazione di una guerra termonucleare per l'esercito.
  • Il Vero Programmatore lavora per lo spionaggio, per decrittare le trasmissioni in cifra del nemico.
  • E' in gran parte dovuto al lavoro dei Veri Programmatori che gli americani sono arrivati sulla luna.
  • Il Vero Programmatore programma i sistemi guida di satelliti e missili.
  • In ogni caso il Vero Programmatore lavora su progetti molto importanti o molto ben pagati.




IL VERO PROGRAMMATORE MENTRE GIOCA


Il generale il Vero Programmatore gioca nello stesso modo in cui lavora: con i computer. In generale lo stesso lavoro è un gioco e alla fine del mese il Vero Programmatore è sempre abbastanza stupito di ricevere un compenso per quello che, a tutti gli effetti, è per lui un divertimento. Anche se non lo dirà mai a voce alta...
Occasionalmente il Vero Programmatore uscirà dall'ufficio per prendere una boccata d'aria e farsi una birra, ecco alcuni sistemi per riconoscere un Vero Programmatore fuori dal suo posto di lavoro:

  • A un party i Veri Programmatori sono quelli che stanno in angolo parlando di Sistemi Operativi, mentre di fianco a loro passano ragazze che si fermano, ascoltano per alcuni secondi e poi, dato che non capiscono una parola, se ne vanno. A volte un vero Programmatore incontra una Vera Programmatrice...vi risparmio per decenza il racconto di come si svolgono i fatti.
  • A una partita di football il Vero Programmatore è quello che controlla gli schemi delle squadre basandosi su quelli disegnati dal suo programma su di un foglio 11x14.
  • Sulla spiaggia il Vero Programmatore è quello che disegna flow chart sulla spiaggia.




L'HABITAT DEL VERO PROGRAMMATORE


Dal momento che un vero programmatore è, per l'azienda che lo usa, generalmente molto costoso, vediamo come far per farlo rendere al meglio sul posto di lavoro:

Il Vero Programmatore vive davanti ad uno o più monitor, attorno, sopra, dietro e sotto questi terminali si trovano generalmente le seguenti cose:
  • I listati di TUTTI i programmi a cui il Vero Programmatore ha mai lavorato, accatastati, in ordine più o meno cronologico, su ogni superficie piatta disponibile intorno. 
  • 6 o più tazze di caffè, quasi sempre fredde, ed alcune con alcuni mozziconi di sigaretta galleggianti.
  • Attaccato al muro c'è un ritratto di Spock con in mano l'enterprise stampato con una vecchia stampante a margherita.
  • Sparsi per terra ci sono pacchetti vuote di noccioline e vaccate simili.


In generale un Vero Programmatore può lavorare anche 30 o 40 ore di fila, anzi, di solito lavora molto meglio sotto sforzo. Fino a qualche tempo fa si concedeva dei pisolini mentre il computer compilava il programma, ma purtroppo il diffondersi di computer e periferiche veloci ha reso questa pratica difficile. In generale un Vero Programmatore se ha 5 settimane per terminare un programma passa le prime 4 cincischiando con aspetti secondari, ma interessanti, del programma, mentre il grosso del lavoro viene fatto in una settimana di lavoro ininterrotto. Questo provoca sempre grosse preoccupazioni al principale che teme sempre che il lavoro non sia mai pronto in tempo, ed offre al Vero Programmatore una buona scusa per non scrivere la documentazione.



VARIE ED EVENTUALI


  • Il Vero Programmatore a volte può scordare il nome della moglie o della ragazza, ma sa a memoria il codice ASCII.
  • Il Vero Programmatore non si cura della tastiera, le sue dita si adattano automaticamente a qualunque layout.
  • Il Vero Programmatore sa che anche avendo 3 mega di ram questa non sarà mai abbastanza, e perciò tenta di fare programmi piccoli.
  • Il Vero Programmatore tiene sempre i backup da quando ha dovuto riscrivere 327000 linee di assembler 68020.
  • Il Vero Programmatore scrive programmi di pubblico dominio, anche se di solito sono programmi talmente specialistici che serviranno solo ad altre tre persone al mondo oltre a lui.



Appendice Apocrifa: Il Vero Programmatore (Telematicus n.8) by Raffaello Valesio (334/100)

Il Vero Programmatore Di Sistema (d'ora in poi VPS) si è nella maggior parte dei casi evoluto come forma degenerativa del Vero Programmatore. Egli è immensamente orgoglioso dei sacri misteri di cui è a conoscenza e considera se stesso una specie di missionario bistrattato e misconosciuto che compie un lavoro meritevole, difficilissimo e mal retribuito.

La gioventù del VPS

Il VPS ricorda ancora nostalgicamente quando ai bei tempi bazzicava macchine antiche dai mitici nomi tramandati nelle leggende: ELEA 6001, RAMAC, 1301. Il suo più gran rimpianto è di non aver partecipato al progetto ENIAC di cui conosce a memoria tutta la storia. Su un altarino in ufficio tiene le foto di Aiken, Von Neumann, Shannon e altri numi; ogni tanto vi accende un led.

I rapporti coi suoi confratelli

Il VPS ha un forte senso della tribù e coltiva stretti rapporti con i VPS di altre ditte; fra di loro si conoscono tutti e suggellano la loro amicizia praticando strani riti. Si riuniscono talvolta intorno al tavolo di una pizzeria e passano la notte a rammentare aneddoti tecnici incomprensibili al volgo, ma che sembrano farli sbellicare dalle risa. Una scena tipica:

"Ti ricordi quando il Renzo ha zappato il BGX.ZOMP con una PTF taroccata e ha raspato la VTOC del disco di Sistema?"
Risa omeriche e manate sulle spalle...
"E il backup gli dava permanent I/O error anche sulla seconda copia ?"

L'ilarità si fa irrefrenabile... I commensali vicini guardano il gruppo con sospetto.

"Ha dovuto passare due notti a patchare la VTOC sugli indirizzi fisici !!! Ed era pure indexata!!"

A questo punto alcuni sono già rotolati sotto il tavolo: nessun problema, perché ormai si è creato un cordone di sicurezza che li separa dagli altri commensali, pigiati all'inverosimile pur di non rimanere toccati da costoro. Come tutte le società segrete che si rispettano, anche i VPS hanno i loro simboli, il loro gergo e i loro misteriosi sistemi di comunicazione. Nessuno sa come, ma appena la disposizione dei VPS nei vari posti di lavoro cambia tutta la comunità ne viene a conoscenza istantaneamente.


L'ambiente di lavoro

Un VPS ormai non programma quasi più. La sua occupazione è baloccarsi con le macro, che trova sparse a piene mani nei manuali di installazione e nei Reference (per non parlare dei leggendari IBM Internal Use Only, che chissà come riesce sempre a procurarsi). Il suo habitat ideale è un centro EDP con la massima quantità possibile di prodotti di software di sistema il più esoterici e criptici possibile, e almeno tre S.O. diversi che si parlano. Più il sistema è incasinato, più il VPS si diverte. Ho conosciuto un tempo un VPS, forse il più geniale che abbia mai incontrato, che aveva Zappato il compilatore COBOL tentando di tradurre il linguaggio in piemontese, con curiosi risultati tipo:

STOP RUN --> BOGIA NEN
DISPLAY --> VEDOMA
LESS THAN --> PI CIT

Talvolta il VPS scende di soppiatto in sala macchine e tracanna un sorso di fluido di raffreddamento del 3090 per tirarsi su.


I rapporti del VPS con il suo prossimo

Il VPS nutre il massimo disprezzo per tutto ciòche ha sia pur vaga attinenza con il software gestionale, le applicazioni e naturalmente l'Utente Finale. Quando si trova con dei Veri Programmatori, li inonda di paterni consigli, dimenticando le sue stesse origini e pontificando uggiosamente finché non viene cacciato a male parole. Naturalmente segue con pedanteria il lavoro dei tecnici hw, criticando, suggerendo, cianciando e rischiando la pelle quando questi ultimi lo minacciano di morte se non la pianta.


Il VPS nelle Emergenze

In caso di malfunzionamenti del Sistema, dovuti solitamente ai suoi sconclusionati smanettamenti di variabili vitali, il VPS tende sempre ad aggirare le vie ufficiali. Il suo motto è: Deve Essere Già Successo A Tizio, Mi Sembra. Pienamente fiducioso in ciò passa giorni e giorni a contattare oscuri amici e colleghi di altre ditte, in modo sotterraneo e carbonaro, finché il suo superiore esasperato lo insolentisce e lo costringe a rivolgersi al supporto software ufficiale. In questi momenti il VPS fa sfoggio di tutte le sue conoscenze: borbotta misteriosi codici e acronimi, consulta tonnellate di manuali, telefona freneticamente alle Grandi Case (leggi C.A. e BigBlue), chiama per nome tutti i loro CE Software, parla in HEX e ascolta in REXX, cita sconosciuti casi simili, digerisce metri cubi di dump di sistema e alla fine ferma tutto il Macchinone per tre giorni e rimedia al guaio. Peccato che a questo punto l'Utente Finale abbia già organizzato bande armate che lo cercano per fargli la pelle. Triste la vita per un VPS!


Il VPS si Riproduce! (paragrafo a luci rosse)

Il VPS generalmente è indaffaratissimo a seguire gigabazzecole con cui cincischiare, per cui non ha mai tempo per seguire le cose vitali del sistema. Ecco quindi che gli serve un aiutante che si occupi delle cose troppo materiali, come le linee tp o la terminaleria. Eccoci giunti al punto scabroso che tratta della Riproduzione del VPS; se siete deboli di cuore, meglio non proseguiate.
Poiché le femmine di VPS sono esemplari rarissimi, normalmente custodite negli impenetrabili harem delle Grandi Case e destinate a luminose carriere commerciali (ben più retribuite), il VPS ha escogitato un curioso sistema asessuato di riproduzione: l'Inizializzazione. Egli si aggira furtivo fra i più giovani e promettenti Veri Programmatori e li irretisce con oscure promesse e fugaci sguardi a riviste proibite che trattano argomenti tipo User Exit, MegaZap, Tuning, e illustrano le intimità dei Grandi Sistemi Operativi. E' fatta. Il giovane, abbagliato da cotanta visione, segue il losco figuro nella sua tana e immediatamente diventa un Cucciolo di VPS. Il MAESTRO in gran segreto e sotto il vincolo del silenzio lo inizia ai sacri misteri e lo fa diventare Apprendista VPS. Di lì a un paio d'anni il cucciolo se ne andrà in un posto prestigioso - solitamente una grande Banca o Assicurazione - a guadagnare il triplo del suo maestro, e quanto prima il loop ricomincia, perpetuando in questo modo la specie.






REFERENZE


[1] Feirstein, B., "Real Men don't Eat Quiche", New
York, Pocket Books, 1982.

[2] Wirth, N., "Algorithms + Data h [tructures =
Programs", Prentice Hall, 1976.


L'idea originale:

[0] sdcarl!lin, "Real Programmers", UUCP-net, Thu Oct 21
16:55:16 1982