sabato 2 gennaio 2021

Come cambia l'anno nel mondo?





2021 è solo un numero. Per i vostri auguri in codice binario potreste equivalentemente dire «Buon 11111100101!». In esadecimale avete a disposizione un decisamente più compatto «Buon 7E5!». In base 8 è «Buon 3745!». Preferite il duodecimale? «Buon 1205!».

Che poi il numero che associamo a quest’anno dipende da dove abbiamo deciso che sta lo 0, e questa è una scelta più che mai arbitraria. Noi chiamiamo quest’anno “2021” solo perché adottiamo il calendario gregoriano. Se adottassimo quello ebraico, per esempio, saremmo nel 5781. Nel calendario islamico siamo nel 1442. Nel calendario civile indiano è il 1942 e in quello persiano ci troviamo nel 1399. E in nessuno di questi calendari oggi è il primo giorno dell’anno.

Tutto questo per dire: il 2021 è una convenzione. 

2021 masse solari starebbero in un buco nero di diametro 11.940 km; in un buco nero di diametro 2021 km starebbero 342,1 masse solari. Un corpo nero alla temperatura di 2021 K emette un bell’arancione il cui codice esadecimale è #FF8A11.

2021 unità astronomiche sono 300 miliardi di km: è un decimo della distanza che separa il Sole dal bordo interno della nube di Oort. 2021 anni luce sono 19 milioni di miliardi di km, 2021 parsec sono 62 milioni di miliardi di km.

In 2021 anni la Terra ha viaggiato per 0,2 anni luce attorno al Sole, il Sole ha viaggiato per 1,5 anni luce attorno al centro della Via Lattea e la Via Lattea ha viaggiato per 4 anni luce verso il Grande Attrattore. Dallo zero arbitrario del nostro calendario abbiamo coperto la distanza che separa il Sole dalla stella più vicina, Alfa Centauri. 

Perché è un viaggio quello che stiamo tutti facendo a bordo della nostra nave Terra. A tutti noi quindi buona continuazione del nostro viaggio insieme, qualunque sia il numero che vogliamo associare a questo arco di tempo di durata arbitraria che chiamiamo “anno”. Continuiamo a viaggiare, continuiamo a scoprire, continuiamo a imparare. 


Credits: ESA/Gaia/DPAC, post originario su FB, gruppo "Chi ha paura del buio?"

Conversione date nei vari calendari: https://calendarhome.com/calculate/convert-a-date

domenica 20 dicembre 2020

Se vuoi del tempo, orologiati!

Il tempo è l’immagine dell’eternità, dice Platone. Visto che quella non l’abbiamo, almeno mi tolgo la soddisfazione di provare a misurarne la parte che viene concessa in uso. È una passione che coltivo da anni, mi piace guardare, toccare, usare quei piccoli meccanismi perfetti. Ognuno di loro ha una storia e il fatto di non conoscerla appieno li rende ancora più affascinanti, come una donna misteriosa e seducente.

Ho un blog tutto dedicato ai segnatempo vintage dove racconto storie di alcuni miei pezzi particolari. 

Come tutti i collezionisti, sono sempre alla ricerca di quelli che mi piacciono senza tralasciare l'aspetto "investimento" poiché sono anche una importante veicolo di capitalizzazione.

Per presentare il blog, mi avvalgo di un classico dell'orologeria della maison Jaeger LeCoultre: il Reverso.




Jaeger-LeCoultre è una manifattura di orologi Svizzera  risalente alla prima metà del XIX secolo. Il marchio conta centinaia di invenzioni e oltre un migliaio di calibri, fra cui il calibro più piccolo al mondo, degli orologi da polso con molte complicazioni e un segnatempo con movimento quasi perpetuo. 

L'orologio Reverso, il cui nome in latino significa "Mi giro", fu creato nel 1931 per resistere ai duri colpi di una partita di polo: è possibile far ruotare infatti la cassa all'interno della sua struttura per proteggere il vetro zaffiro dell'orologio. Considerato un classico del design Art Déco, l'orologio Reverso viene prodotto ancora oggi. Questo modello di Jaeger è inoltre stato reso di nuovo famoso grazie alla trilogia di Batman di Christopher Nolan nella quale Bruce Wayne (Christian Bale) ne indossa uno diverso in ogni film.



Questo Reverso si chiama "ArtDeco", orologio in oro rosa e cinturino in coccodrillo, ottime condizioni, completo di scatola e controscatola, libretto di garanzia. Acquistato nel 1999 e usato con parsimonia è un orologio di fascino, sportivo ed elegante al contempo. Prezzo decisamente interessante, ottimo investimento.




E' in vendita su Chrono24 a questo link a 10.500 CHF

sabato 19 dicembre 2020

Perché il mondo "green" non funziona e forse non funzionerà mai. Perlomeno in Svizzera.

Succede che, ogni tanto, vuoi o devi cambiare l'auto. Ora, in un mondo perfetto uno sceglie e stop. Il mondo non è perfetto e devi quindi destreggiarti tra i desideri della compagna, i miei - a me piacciono le auto grandi, grandissime -, i soldi, lo spazio l'ego e la smania di apparire (la inserisco per completezza ma è una pulsione che non mi appartiene).

Ora, dopo il pistolotto, sono stato nella fase limbica fra la vendita e l'acquisto per qualche settimana. Complici le innumerevoli discussioni con la consorte "ma cosa te ne fai di una grossa così", "io li sopra non ci salgo" e altri (piacevoli?) dibattimenti domestici mi sono detto: perché non fai un po' il "green" anche se ci credi più o meno come a Babbo Natale?
Si cerca quindi un mezzo che soddisfi l'esigenza/gradimento di entrambi cercando un'auto ibrida. Non elettrica pura (non ho la presa a casa, non esistono con l'autonomia a me desiderata, costano ancora troppo) e non una plug-in - che hanno l'autonomia delle duracell - ma una ibrida corposa in grado di fare parecchi chilometri a batterie circolando a velocità moderatamente ridotte. Ero quasi riuscito nell'impresa di far "digerire" la grandezza del mezzo con le caratteristiche positive quando, un dubbio ci assale: ma ci fanno pagare di meno visto che consumiamo di meno?

L'ibrida, nei confronti della medesima a combustibile fossile, consuma meno carburante e produce meno CO2, cosa che - come in tutto il resto del mondo - qui in Svizzera è visto come il male assoluto: si sono addirittura impegnati, a livello governativo, a emettere circa ZERO CO2 entro dopodomani (più o meno). Chiaramente un risultato inarrivabile ma, perché no, magari posso contribuire anche io in microminesima parte.
Orbene, vado a vedere sul sito del Cantone per leggere a quali agevolazioni va incontro il cittadino che vuole essere “green”.
Ah, perbacco: siamo vicini allo zero assoluto!

Sia per l'elettrico che per l'ibrido, ecco i due capoversi riguardanti l'imposta di circolazione e che riporto così come sono scritti:

a) tutti i generi di veicoli (automobili, autofurgoni, motoveicoli, ecc) ibridi (con elettrico) entrati in circolazione prima del 01.01.2009 pagano il 50% dell'imposta prevista;

b) Inoltre, sono esonerati dal pagamento dell'imposta i veicoli (autofurgoni, motoveicoli, ecc) a propulsione elettrica, ad eccezione delle automobili, entrati in circolazione dal 01.01.2009.


Secondo i fenomeni che governano questo Cantone, se voglio pagare di meno devo acquistare un mezzo di locomozione VECCHIO (prima del 1/1/2009 siamo a livello di EURO2, che praticamente vuol dire pleistocene dell'inquinamento!) di almeno 13 anni. Ma davvero fate?
Questa cosa mi ha fatto talmente incazzare che per un lungo, lunghissimo momento ho pensato di acquistare un mostro di emissione di CO2 (tanto pagavo uguale che comprando l'auto “green”!). Poi la mia signora ha fatto valere le sue ragioni (lei ha sempre ragione) e siamo scesi a un compromesso. Però la nuova auto non è un cazzo “green” comunque.


L'ibrida secondo Bellinzona



Al dipartimento sono scandalosamente incompetenti. Punto. Riga.

lunedì 25 aprile 2016

Presupposti di omicidio letterario


Offro volentieri spazio all'appello accorato di un editore svizzero, Gabriele Capelli.


Buongiorno a tutti
nell'ambiente (letterario ticinese) si sta facendo largo la voce che la RSI intende porre fine al programma “Librintasca” (RSI RETE UNO) condotto da Rossana Maspero. Già lo hanno spostato alle dieci di sera, che è tutto dire.
Se la notizia dovesse essere confermata la cosa sarebbe assai preoccupante, per motivi molto semplici che vado ad elencare:




Professionalità: Rossana Maspero dimostra sempre grande professionalità nel dirigere la trasmissione e nel scegliere i titoli da presentare. Non si fa mai influenzare da pressioni esterne o da nomi importanti. Le sue scelte si concentrano sulla qualità dei contenuti. Mette in un cantuccio i suoi gusti personali basandosi soprattutto sulla qualità letteraria, sia che si tratti di scrittori esordienti che di scrittori affermati. Sembra ovvio da dire ma Rossana Maspero legge sempre i titoli che presenta. Non ha mai recensito un solo libro basandosi unicamente sulla quarta di copertina o i comunicati stampa delle case editrici. Ha sempre letto tutto ciò che ha presentato. Questo è quello che si definisce un lavoro di qualità.
Servizio pubblico: se la RSI, come ente pubblico, non mantiene una qualità sopra la media, allora vedo un futuro piuttosto buio. Non dobbiamo dimenticare che la Svizzera non possiede materie prime, ma può solo mettersi nelle mani di menti ben formate e di larghe vedute. Come le si ottiene? Garantendo, senza troppo lesinare, mezzi importanti per ricerca scientifica, formazione, cultura, educazione. Vogliamo che i giovani di oggi diventino persone con capacità di astrazione, fantasia, innovazione, apertura mentale, che abbiano menti preparate alle incognite del futuro, che non si limitino a dare ascolto a poche voci ma che si facciano un’idea più ampia su quello che vedono, sentono, leggono; giovani che siano in grado di pensare con la propria testa e non con quella degli altri, che vadano a votare con il “cervello” e non con la “pancia”; insomma, vogliamo una popolazione preparata alle sfide quotidiane?
Bene, anche una trasmissione di cultura ben curata e di qualità fa la sua parte, e se non lo fa per primo il “servizio pubblico” allora siamo messi male.
La cultura di e per tutti: durante la sua trasmissione Rossana Maspero presenta libri ma soprattutto invita ospiti. Autori che hanno la possibilità di spiegare, descrivere, raccontare. Autori che smettono i panni di “nome in copertina” e si mostrano nella loro umanità, scendono dal piedistallo (spesso costruito da altri) e si avvicinano al lettore, che alla fine (alcuni lo dimenticano) è quello che tiene in piedi un mercato che solo in Svizzera muove circa tre miliardi di franchi (per chi ama le cifre). Al lettore incontrare l’autore piace molto, altrimenti non si spiegherebbero le grandi affluenze di pubblico nei vari festival letterari.
Librerie ed Editori: ovviamente per gli addetti ai lavori la trasmissione “Librintasca” è una gran cosa. Incuriosisce e, non è certo un segreto, aiuta librerie ed editori. L’ascoltatore va in libreria e cerca il libro di cui ha appena sentito recensioni o commenti. Lo acquista, lo legge, ne parla. Si creano discussioni, polemiche, amicizie e chi più ne ha più ne metta. Quando il dibattito è intelligente, fa solo bene.
Un programma così non risolve certo la crisi del libro, ma è meglio del silenzio assoluto. È un oasi che deve essere non solo preservata, ma alimentata.

Ricordiamoci che dal palinsesto RSI è già sparita la trasmissione di Fazioli “Festa mobile”. Anche quella di qualità e non più proposta.
Invito quindi tutti gli amanti della lettura ad inviare una mail molto semplice, tipo: “Per favore non toglieteci Librintasca… e rimettetelo in una fascia oraria diurna”. Poi lo firmate.

Indirizzate a: maurizio.canetta@rsi.ch (voglio sperare che non vengano aggiunte volgarità perché sarebbe un comportamento grave e vanificherebbe il senso del messaggio).


mercoledì 20 aprile 2016

Se pensate che l'informazione sia troppo onerosa, provate a vedere quanto si paga l'ignoranza.



Avete alquanto rotto i coglioni col referendum...
In quanti modi avete rotto i coglioni? Lasciate che li enumeri virgolettando le vostre affermazioni:

1. "avete rinunciato ad esprimere il voto"
No, porca di quella qualsiasi divinità vi illudiate pensi a voi!
Il referendum abrogativo è costruito proprio in modo che, in un paese con un'intelligenza media superiore ai 75 punti di QI, solo chi vota SI vada a votare.
Se uno vuole votare NO, sta a casa e ha votato! Nel referendum abrogativo stare a casa è espressione chiara di volontà sul quesito referendario. Andare a votare per votare NO è un'idiozia visto che serve solo ad "aiutare" chi vota SI a raggiungere il quorum.

2. "Non era il referendum, era l'occasione di mandare un messaggio"
Il fatto che "voi" e non-abbastanza-milioni di amici vostri abbiate deciso che non è un referendum, non cambia il fatto che è solo ed esclusivamente un referendum. Volete mandare un messaggio? Scrivete, manifestate, fate quello che vi pare, ma non rompete il cazzo: questo era un referendum.

3. "Trivelle, natura, capitalisti, yadda yadda"
Quindi non avete capito una mentula nemmeno sul referendum in sé. Ottimo. Infatti avete bellamente ignorato il mare di analisi serie sul quesito referendario messe (gratis) a disposizione di chi voleva documentarsi. Ovvio che se invece avete cercato informazioni in siti che si chiamano qualcosa come "anarchico è bello", "okkupato, prova dopo" o simili, avete sbagliato sapendo di sbagliare.

4. "Ma il referendum è uno strumento del popolo..."
E infatti il popolo si è espresso, vedi punto 1. E già che ci siamo, anche qui vi beccate comunque un cartellino rosso, cari ignorantelli sprovveduti, visto che questo referendum non è stato ottenuto con la raccolta di firme (vedasi referendum di iniziativa popolare) ma è stato richiesto direttamente da alcune regioni per motivi che definire politicamente poco limpidi è un cortese eufemismo.

5. "Ma i petrolieri cattivi seguiteranno a fare..."
... esattamente quello che potevano fare prima e che avrebbero seguitato a fare se avesse vinto il SI. Vedete, questo è il problema principale dell'essere ignorantelli sprovveduti: non avere nemmeno una vaga idea di cosa sarebbe e non sarebbe cambiato in un caso o nell'altro.

A questo proposito urge un aggiornamento del disposto costituzionale che preveda alcune semplici domande nella scheda in grado di invalidare la medesima in caso di risposte errate. Cito le prime che mi vengono in mente:
a) Domande di cultura generale per validare il voto a politiche e amministrative.
b) Domande specifiche sull'argomento per validare il voto referendario.
Lo so che la maggior parte della gente non se ne rende nemmeno conto ma a me comincia a rodere il culo che il mio voto valga quanto quello di un coglione convinto che se avesse vinto il SI:
- Renzi si sarebbe dovuto dimettere;
- le trivelle sarebbero sparite (e la fatina dei pozzi avrebbe provveduto a sigillare il sito);
- i petrolieri cattivi avrebbero dovuto versare 200 euro sul conto corrente di ogni probo cittadino;
- gli onesti sarebbero andati in parlamento su un barile alato di petrolio nostrano (500.000 tonnellate annue estratte, corrispondenti al 9,1 per cento della produzione nazionale e pari allo 0,8 per cento degli italici consumi).
Non informarsi è un diritto, per carità, esattamente come la libertà di opinione...sarebbe carino però un po' di rispetto per l'intelligenza altrui, concetto che tradotto per gli ignorantelli sprovveduti suona così: non vi volete informare? Allora tenete per voi le vostre opinioni o al massimo scambiatevele nei vostri circoletti pseudoculturalparrocchiali. Volete invece spargere la vostra opinione ai quattro venti? Allora abbiate l’intelligente pudore di capire prima di cosa parlerete!



Infine, qualcuno mi spieghi come questo "proteggerebbe la natura".
Nella scheda la frase prima di quella da elidere riporta che i titoli in essere sono fatti salvi (e resta lì anche se vince il SI), l'unica cosa che cambia è la durata che non è più la vita utile del giacimento.
I titoli in essere hanno validità media di 15 anni comunque prorogabili fino a 45, ben oltre la vita utile media stimata di un giacimento nel Mediterraneo. Non metto qui le fonti da cui ho tratto questi dati – anche se non sembra amo i miei lettori - ma volentieri le pubblicherò a richiesta.
Ah, sarebbe stata cancellata anche la clausola sul rispetto delle normative sulla sicurezza e salvaguardia ambientale, giusto per completare il quadro di sconsolante e becera disinformazione. Ultima cosetta: ma quanti sono i soldi spesi per questa pagliacciata? Non sarebbe stato più etico, civile e corretto discutere la cancellazione di una frase (di questo si tratta, in fondo) in parlamento?



Non votare ad un referendum è un modo di esprimere dissenso, non solo in merito al quesito, ma anche e soprattutto nei confronti del referendum stesso e della sua opportunità. Astenersi per non far raggiungere il quorum è un mezzo lecito e democratico di esprimere la propria idea di dissenso. Ma oggi il dissenso sta diventando una malattia e qualcosa di odioso, per cui è giusto offendere e infangare chi non la pensa come noi. Prima accetteremo che referendum e elezioni sono due tipi di consultazione molto diversi che in comune hanno solo gli aspetti pratici e logistici, prima ricorderete che in Italia il Presidente del Consiglio non è mai stato eletto perché non lo prevede il sistema elettorale e che "fermare le trivelle" è uno slogan affascinante ma privo di contenuti come "tutti a casa", prima conquisteremo quella coscienza di popolo che tanto ci manca ma che, per pura presunzione, qualcuno è convinto di avere e di poter comunicare semplicemente alzando la voce e offendendo chi la pensa diversamente.




E visto che il referendum "doveva salvare il mare a favore delle rinnovabili", vediamo quanto ne sapete di energie di questo tipo:

1. Fotovoltaico: i contadini al posto di coltivare la terra la affittano a speculatori che con gli incentivi statali guadagnano un pozzo di quattrini...Come saranno smaltiti i pannelli quando saranno obsoleti? Mistero della fede.

2. Biogas: ci sono due categorie, gli agricoltori e i soliti speculatori. I primi producono gas con i loro scarti e utilizzano parte dell'energia per la loro azienda e il resto la vendono mettendola in rete. I secondi comprano le cascine abbandonate e ci piazzano dentro una falsa azienda agricola che compra il necessario per fare biogas da contadini e immettono tutta la corrente prodotta in rete pagata 26 centesimi al kw da Enel...A voi costa 0,06 da Enel. I verdi rimandati in matematica per i prossimi due millenni.

3. Oli vegetali: si usano al posto del diesel e, per produrli, vengono create piantagioni da cui ricavare olio di palma, colza, e affini...Peccato che si debbano disboscare foreste per dare spazio alla sempre maggior richiesta e anche qui incentivi statali a 0,26€/kw...Rimandati come sopra.

4. Pirogassificazione del legno: viene bruciato in caldaie in pressione e rilascia un gas combustibile. Non si usa solo lo scarto del legno ma per fare il cippato per alimentare questi reattori...Inutile discutere del divario costo/ricavi.

Però voi che parlate tanto già lo sapevate vero? Lo so che sono ripetitivo ma la parola “coglioni” seguita a rimbombarmi in testa...




Fonti: Blacksaphire, Ministero sviluppo economico, Manrico Social. 
Immagini da Facebook. 

giovedì 14 aprile 2016

Fregatene. Fregatene di cosa ne pensa la gente. Fregatene dei loro giudizi. Pensa solo a te stesso e stupiscili! - Kobe Bryant

A un certo punto uno mi ha detto: "Beh, il problema dei Gran Premi è che recentemente sono diventati noiosi e inoltre tu sei da sempre un malato di nostalgia, al ginnasio rimpiangevi le medie, alle medie le elementari, eccetera."
Ora: non è colpa mia se quando avevo vent'anni c'era The River di Springsteen e oggi va forte Justin Bieber...
Dopo di che, non è colpa mia se Senna-Prost-Mansell non ci sono più.
E da oggi non ci sarà più Kobe Bryant: così come Larry Bird, Kareem Abdul-Jabbar, Magic Johnson, Robert Parish, Shaquille O'Neal o Charles Barkley o ancora Michel Jordan.
E non è colpa mia se Springsteen è (molto) meglio della musica di oggi.



Questa è una storia che inizia oltre 20 anni fa.

Nel variopinto mondo delle paytv, all'epoca, c’era Tele+. Un’epoca con molti meno canali e molto meno spettacolo, senza internet, streaming e altre forma di informazioni che non fossero il Televideo.
La mattina, però, Tele+ passava “SportCenter” una sorta di striscia quotidiana sullo sport USA. Io e mio fratello, prima di andare a scuola (!) guardavamo gli highlights della notte dei campionati americani: MLB, NHL, NFL ed ovviamente NBA. Ed era spettacolo puro.

Poi ci fu il draft del 1996 durante l’estate. Io stavo per iniziare l’ultimo anno di liceo; la squadra per cui simpatizzavo fin da bambino, grazie ad un tipo con la maglia numero 32 di nome “Magic”, prese sotto contratto un ragazzino che aveva finito le scuole superiori 1 mese prima. Un mio coetaneo, in pratica. Quel ragazzo si chiama Kobe Bryant.
Appresi che questo ragazzino avesse vissuto in Italia. Buffo. Durante l’ultimo anno di scuola, la mattina guardavo i risultati della notte: i Lakers, guidati da un giovane centro molto molto grosso con la maglia numero 34, stavano facendo una bella stagione. Ed il mio coetaneo, che certo non partiva titolare tutte le partite, pure si difendeva, lasciando intravedere che il ragazzo avesse delle qualità.
Qualità che esplosero in una carriera che è già nel mito, dove probabilmente ha vinto molto meno di quanto avrebbe dovuto per tanti piccoli motivi. Ho passato nottate a seguire i playoff NBA, a vedere quello che era “un giovane interessante” diventare “un ottimo giocatore” transitando molto velocemente verso “una Leggenda del basket”.
Ho visto partite incredibili, dormendo 3 ore a notte per soffrire coi Lakers. Ho visto la tripletta d’inizio millennio, l’incredibile sconfitta contro Detroit nel 2004, ho visto gli 81 punti e un quantitativo di “game winners” da far saltare un paralitico sulla sedia. Ho visto la sconfitta con Boston, e la doppietta 2009-2010. Ho visto quella memorabile gara 7 delle finali del 2010 dove a metà del terzo i gialloviola perdevano di 13, e poi non si è capito più nulla.

Ho visto purtroppo quella rottura del tendine di 3 anni fa, e la tua testardaggine a volerci riprovare. Ho visto altri 2 infortuni, ho visto un uomo di 35 anni fare ancora magie con lampi di una classe infinita. Ho visto un sacco di cose fatte da quel ragazzo sempre un po' meno giovane ma ancora capace di cose incredibili.
Stamattina, mi sono svegliato e come 20 anni fa ho controllato subito i risultati della notte NBA. Non c’è SportCenter, c’è l’app NBA. Non c’è il televideo o Tele+, c’è Sky. Ma per un’ultima volta c’è ancora Kobe.
Ho visto che nella tua ultima partita hai pensato bene, per non sbagliare, di farne 60. Ho visto tutti i canestri e ho visto alcuni di quei movimenti che per anni han fatto piangere le difese avversarie ed esplodere i commentatori.

Chi se ne frega di chi è stato o sarà il numero 1 2 o 3 di questo gioco. Hai fatto sognare me e miliardi di appassionati in tutto il pianeta.
Grazie di tutto, Kobe



Da un post di Giulio Astarita su Facebook

mercoledì 13 aprile 2016

Teatro Sociale di Bellinzona: Medea



La tragedia e la vicenda umana ed esistenziale di Medea, nella lettura di un autore contemporaneo come Anouilh, assumono significati universali di straordinaria attualità: Medea è l’altra, la straniera, temuta ed emarginata, a prescindere dai suoi comportamenti, una donna di forti sentimenti che non riesce ad integrarsi. Medea vive con passione la propria vita e in questo si può ricondurre ad ogni donna di ogni epoca. Il testo di Anouilh rileva la sorprendente attualità di questo classico del teatro greco, specie per quel che riguarda la lotta quotidiana per vedere riconosciuti i propri diritti e la dignità di ogni donna. Lo spettacolo segue la via dello scavo psicologico nei personaggi e nei loro rapporti dolorosi e dolenti, rendendo sentimenti e rapporti assoluti e universali nella loro più scoperta quanto complessa umanità. La scelta di Barbara De Rossi di interpretare Medea riporta al teatro un’attrice di primo piano che si rimette totalmente in gioco con la sua scommessa di tornare in scena in uno spettacolo forte che non asseconda le mode. Con lei anche l’attrice ticinese Tatiana Winteler, già ammirata al Teatro Sociale in “L’anno della valanga”, “L’attesa” e “Prossima fermata Bellinzona”. 





Medea di Jean Anouilh
Con: Barbara De Rossi, Tatiana Winteler, Carlo Caprioli, Lorenzo Costa, Fabio Fiori
Regia: Francesco Branchetti
Traduzione: Giulio Cesare Castello
Musiche: Pino Cangialosi
Scene e costumi: Clara Surro
Assistente alla regia: Giuseppe Rispoli
Produzione: Teatro Garage 2015